LA DONNARCHITETTO E IL CANTIERE EDILE

L’architetto è diventato un lavoro molto complicato, ma se l’architetto è donna tutto diviene ancora più faticoso. I luoghi comuni, i tabù e la naturale diffidenza che in Italia in special modo, si nutre nei confronti degli architetti ingigantiscono ogni problema.

L’Uomarchitetto, dal canto suo, che sa benissimo che le donne sono più rapide, brillanti e infaticabili dei maschi, non fa nulla per demolire questi pregiudizi, anzi, se può, si unisce agli sfottò acuendo la distanza virtuale tra architetti di sesso differente.

Il luogo fisico dove la Donnarchitetto ha le maggiori difficoltà ad esercitare il mestiere di architetto e ad affermare la propria autorità è senza dubbio il cantiere edile, ambiente spesso maschile e volentieri maschilista.

Per aiutare questa categoria svantaggiata, ecco 10 consigli per una Donnarchitetto che vuole farsi rispettare in un qualsiasi cantiere edile.

1)     Fare attenzione all’abbigliamento, in questo senso la Donnarchitetto è particolarmente svantaggiata perché per eventuali sopralluoghi improvvisi sul cantiere, può essere sorpresa in giornate durante le quali si era allestita in gonna tubino e tacco 12. Per questo motivo la Donnarchitetto dovrebbe viaggiare sempre con un minitrolley con il necessario equipaggiamento per non farsi trovare mai impreparata. In linea di massima si può supporre che l’abbigliamento corretto per una Donnarchitetto da cantiere non debba essere mai troppo seducente per non innescare reazioni ormonali incontrollate da parte della classe operaia, ma neanche completamente mascolino per non ingenerare momenti di confusione gender.

2)     Tenersi aggiornata sulla situazione del campionato di calcio o, eventualmente in caso di sopralluoghi infrasettimanali, Champions o Europa League. Ma non basta, specie in provincia va molto il calcio delle serie minori, tipo la Lega Pro. Essere dunque in grado di rispondere a tono su ogni tipo di polemica arbitrale ma non solo, riuscire ad inserirsi all’interno di qualsiasi discorso tecnico anche già iniziato, mostrando non solo competenza ma anche sufficiente accanimento ai limiti della violenza verbale. Molto importante è conoscere anche i rudimenti di meccanica automobilistica, almeno saper distinguere il funzionamento di un motore a carburatore da uno ad iniezione elettronica. In alternativa informarsi almeno sul consumo medio di carburante delle principali vetture sul mercato.

3)   Imparare una base di dialetto ancestrale della zona di competenza; una volta sul cantiere esprimersi dunque con quel tipo di linguaggio evitando espressioni raffinate e soprattutto di ostentata cortesia. Vietato l’utilizzo del “grazie”. Sforzarsi di comprendere il significato di tutti i termini, anche quelli più specialistici o oramai estinti; nel caso ci si imbatta in parole incomprensibili fare comunque finta di aver capito perfettamente, annuendo con convinzione.

4)     Non dare eccessiva confidenza ai manovali e non accettare nessuna provocazione riguardante argomenti prettamente femminili quali abiti, accessori, trucco per non essere costretta a dare spiegazioni inutili; per maggiore sicurezza rivolgersi esclusivamente al capomastro rivolgendogli ordini precisi ma soprattutto brevi per evitare di imbattersi in deprimenti contrattazioni.

5)     Per fugare ogni dubbio sulla resistenza fisica della Donnarchitetto, è bene effettuare immediatamente un paio di operazioni prettamente fisiche. In presenza di ponteggio la Donnarchitetto mostri subito di sapersi arrampicare, anche senza nessun motivo, fino in cima. In caso di demolizioni in corso, è utile chiedere personalmente di fare un saggio in una parete picchiandoci violentemente contro un grosso martello (anche detto “mazzola”).

6)     Nel caso ci si sporchi di polvere, calce o vernice, non affrettarsi a ripulirsi anzi osservare il fatto con distacco ed impedire eventuali tentativi di spolveratura da parte dei presenti. In alcuni casi è bene sporcarsi subito di proposito per non dare adito a dubbi, meglio ancora sarebbe presentarsi sul cantiere già sporchi di cantiere, ma in questo caso bisogna possedere almeno un pezzo di cantiere a casa.

7)     La Donnarchitetto abbia cura di accettare ogni tipo di alimento e bevanda che gli venga offerta sul cantiere: caffè, aranciata, paste secche, cioccolatini, pizza rustica, pane, pane con salame, pomodori salati, melanzane a funghetti eccetera. Anche se non graditi. Errore gravissimo è il rifiuto tramite la canonica frase: “no grazie, sono a dieta”; questo provoca immediatamente soffocate risate di scherno dei presenti con contemporaneo, disastroso, crollo di autorevolezza (i maschi sono sempre preoccupati di ingrassare e dunque automaticamente a dieta, ma non lo ammetterebbero neanche sotto tortura).

8)     Nel caso la Donnarchitetto effettui il sopralluogo insieme a colleghi maschi (titolare dello studio, geometra della contabilità, amministratore di condominio ecc.), rivendicare immediatamente la paternità del progetto anche con decise correzioni con tanto di spiegazioni date a memoria (le Donnarchitetto memorizzano almeno il triplo delle informazioni degli Uominarchitetto) tanto per essere più convincenti. Anche perché è statisticamente provato che in uno studio professionale di 10 unità composto da 9 maschiarchitetto e 1 Donnarchitetto, il progetto lo fa sempre la donna.

9)     Nel caso ci sia bisogno di stabilire nuovi appuntamenti, la Donnarchitetto eviti di frapporre impedimenti per impegni quali “fare il cambio stagione”, “andare dal parrucchiere”, “andare dall’estetista”, “cominciano i saldi”. Piuttosto dire di dover andare in tribunale, al catasto o a fare il collaudo di un viadotto.

10) Casomai, infine, ad un certo punto non si sa come, la discussione da cantiere, per qualsiasi motivo, slitti sull’argomento sessuale (che è poi l’argomento preferito dagli uomini, al pari del calcio, le auto e la dieta), la Donnarchitetto non si mostri scandalizzata, piuttosto si palesi indifferente oppure, meglio ancora, partecipi al dibattito introducendo punti di vista inevitabilmente alternativi e, se possibile, non meno volgari.

In bocca al lupo a tutte le Donnarchitetto italiane. Lo sappiamo che è dura, ma, coraggio: non mollate.

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1 Comment LA DONNARCHITETTO E IL CANTIERE EDILE

  1. Valentina 8 Marzo 2017 at 22:27

    Mi permetto di aggiungere. La Donna architetto deve sempre ricordarsi di urlare a squarciagola il buongiorno quando arriva in cantiere, onde evitare di trovarsi davanti qualche operaio che svolge i bisogni in qualche angolo…
    Esperienza vissuta.

    Reply

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