VUOI TORNARCI? (La città dalle mura incerte)

Se a diciassette anni eri un ragazzo senza particolari problemi e una ragazza giovanissima è sparita dalla tua vita.

Se questa ragazza, la prima che hai baciato, era anche la più affascinante e più bella del mondo.

Se questa ragazza era innamorata di te, come tu di lei, e ti aveva scritto che “vuole essere completamente tua, quando sarà il momento” ma poi, senza preavviso, è scomparsa dalla superficie terrestre, senza una parola di saluto o una spiegazione.

Se poi non l’hai mai più dimenticata, c’è una sola soluzione: cercarla nella città dalle mura incerte.

Prima di entrare hai dovuto, come tutti, abbandonare la tua ombra nel piazzale accanto alla baracca del Guardiano. Sarà lui ad occuparsene.

Insieme all’ombra hai abbandonato anche i pensieri tristi, ti è rimasta la quiete.

Ti hanno assegnato un piccolo appartamento nel “quartiere dei funzionari” nella parte ovest della città. C’è solo lo stretto necessario. Nessun elemento decorativo. Le finestre hanno imposte di legno, la porta non ha serratura: gli abitanti di questa città non amano uscire per strada nè tanto meno fermarsi a parlare e, quando escono, non chiudono a chiave la porta di casa.

La città ha la forma di un rene con il lato concavo in basso, almeno così credi di aver capito; nessun abitante sa infatti che forma abbia. Per alcuni la città ha una forma quasi triangolare, o rotonda, per altri è come un serpente che ha ingoiato un grosso animale.

Provi a scoprire la forma della città camminando intorno al suo perimetro. Dall’ingresso percorri in senso antiorario un sentiero abbandonato proprio come le case accanto alla mura. Sono oramai inagibili, coi tetti quasi tutti sprofondati, i vetri delle finestre rotti, i muri pericolanti. Dentro ancora i vecchi mobili: tavole rovesciate, utensili arrugginiti, tinozze spaccate.

Le mura, viceversa, sono perfette, fra un mattone e l’altro non c’è la minima fessura. Ogni mattone è un po’ diverso dall’altro eppure sono assemblati in modo che non ci passi neanche un capello. Nulla può scalfirle, non c’è uragano, terremoto o palla di cannone che possa demolire le mura.

Nessuno sa chi le abbia costruite. Quelle mura esistono da sempre.

A volte la sensazione è che cambino forma da un giorno all’altro, che si trasformino. Per questo le chiamano “incerte”. Ma come possono mura costruite in solidi mattoni ed alte otto metri, essere flessibili?.

E’ complesso riuscire a disegnare precisamente la forma delle mura delle città. Sembra che ti controllino, dicendo tra sè: “Se è quello che vuoi fare, prego, accomodati, Tanto non ti servirà a niente”.

La biblioteca si trova nella piazza principale, di fronte al ponte vecchio, dove c’è la torre dell’orologio senza lancette; d’altronde in questa città nessuno conta il tempo: i giorni, le stagioni si succedono in un ciclo infinito ed uguale.

Lei ti aspetta nella biblioteca. Ha il compito di aprirla, accendere la stufa nella stagione fredda, raccogliere l’erba medicinale e preparare la tisana. Aiutarti così nel tuo lavoro di «lettore» di sogni. Ma lei non si ricorda di te. Devi raccontarle tutto di voi due, di come vi siete incontrati fuori dalla città, di quello che vi diceste, di ciò che lei ti scrisse.

Abita in un alloggio collettivo, accanto alle fabbriche dismesse, lungo un vecchio canale prosciugato. Sono vecchi edifici in legno a due piani che sembrano sul punto di crollare da un momento all’altro. E’ detto semplicemente “quartiere operaio” perché qui le cose non hanno un nome, non ce l’hanno le erbe, la biblioteca, il fiume; nemmeno la città ha un nome.

Lei ti ha chiesto com’è la città da dove sei venuto. Se è come questa dove non ci sono né energia elettrica né tubature del gas e che ha una biblioteca senza nemmeno un libro.

E’ molto diversa la città lontanissima da dove provieni?”, ti ha domandato.

Leggere i sogni, per lasciarli evaporare, è un espediente per conservare questa città, per liberarla dall’energia e lasciarla preda della paura.

Perché è stata la paura a creare questa città.

Mappa della città dalle mura incerte

A sud, dopo aver piegato, disegnando un leggero arco inoltrandosi tra le colline, il fiume finisce in uno stagno.

Lo stagno è profondo e viene inghiottito da una caverna di pietra calcarea sotterranea.

Chi cade nello stagno viene risucchiato nel gorgo e scompare per sempre. Così si racconta.

E’ lo stratagemma per impedire che le persone vi si avvicinino, per non rischiare che qualcuno tuffandovici riesca ad oltrepassare le mura e trovarsi nuovamente dall’«altra parte».

E’ stata la tua ombra a rivelartelo.

Prova a convincerti a riprenderla con te e che non avrebbe senso restare in questa città piena di contraddizioni. Che il mondo vero sia là fuori, dove ogni persona ha le sue sofferenze, invecchia, si indebolisce fino a consumarsi e morire.

Tocca a te decidere. Vuoi tornarci?.

La mappa della città dalle mure incerte, nell’immagine, è stata pubblicata in un forum di discussione su reddit.com

(Liberamente tratto dalla prima parte di “La città e le sue mura incerte” di H. Murakami – Einaudi, 2024)

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