SFIDE: L’ARCHITETTO CONTRO IL “WHATSAPP”

Prima della metà degli anni novanta, ovvero della diffusione del telefono cellulare, la vita privata e professionale degli architetti era serena quanto quella delle vacche al prato.

Questa libertà mentale contribuiva alla loro creatività in maniera determinante.

L’unico rischio era quello di diffondere imprudentemente il numero del telefono fisso di casa. O commettere l’ingenuità di lasciare che la SIP lo pubblicasse sull’elenco accompagnato dal titolo. Con l’avvento del telefono cellulare, per gli architetti sono iniziati i problemi seri; la necessità di dotarsi di una tecnologia nuova li ha esposti a chiamate o messaggi molesti ad ogni ora del giorno e della notte.

Ma tutto ciò è niente in confronto a ciò che è accaduto da quando è stato inventato “WhatsApp”.

E’ evidente che, dietro la parvenza di agili esigenze comunicative, si nasconde una delle più terribili torture dell’era contemporanea. Per tutti, ma per l’architetto in modo particolare.

Ecco i dieci effetti più rilevanti di “WhatsApp” sull’architetto, con le relative contromisure.

1 – L’architetto viene svegliato nel cuore della notte da improvvise notifiche. Balza fuori dalle lenzuola pensando sia accaduta almeno una disgrazia in famiglia, invece è un cliente tanto ansioso quanto insonne che vuole fargli immediatamente vedere le nuove maniglie dei pensili della cucina.

Contromisura: silenziare le notifiche durante le ore notturne e per quanto riguarda il cliente ansioso, anche diurne.

2 – L’architetto si ritrova la memoria del cellulare esaurita a causa dell’arrivo di qualsiasi cosa possa anche vagamente somigliare ai lavori o ai progetti in corso. Con immediate richieste di pareri. Si tratta di album anche di 200 foto per volta, accompagnati da link a siti di viaggi, design, arte e, a volte sicuramente per errore, anche porno.

Contromisura: Comprare uno smartphone più capiente o una scheda di memoria aggiuntiva. Oppure svuotare la cache (che nessuno sa cosa sia) tutte le sere, come fosse il bidone dell’umido.

3 – L’architetto è preda di stalkeraggio telefonico. Clienti veri o potenziali, affini, capoditta, negozianti che, magari dopo aver provato a telefonare senza successo, iniziano un estenuante pressing con messaggi del tipo “chiamami appena puoi”, “puoi chiamarmi per favore?”, “ho bisogno di parlarti”, “aspetto una tua chiamata”… Gli stalker talvolta non chiamano neppure: mandano direttamente il messaggio perché “non vogliono disturbare”.

Contromisura: Scoraggiare il metodo, disinteressarsi facendo finta di niente. Guardare da un’altra parte.

4 – L’architetto viene inserito, a sua insaputa, in stravaganti gruppi di discussione per professionisti o simpatizzanti dove si discute di qualsiasi cosa: dal nuovo piano regolatore all’uso della resina per pavimenti, dai minimi tariffari al crackgen per l’autocad 2018. Gruppi dai quali non può più uscire, pena la messa alla gogna professionale e l’isolamento lavorativo e sociale.

Contromisura: Silenziare le notifiche per i gruppi. Fingere di partecipare inviando un emoticon a caso una volta a mese.

5 – L’architetto viene importunato da parenti che, pur di non affidargli l’incarico, stanno svolgendo ristrutturazioni per conto loro con i consigli di un amico imbianchino “che ne capisce”. Tali parenti, però, lo sollecitano via “WhatsApp” con dubbi amletici mascherati da brevi quiz tipo: “Tu come faresti?” oppure “pensi sia meglio così o così?”. Guardandosi bene dal telefonare.

Contromisura: Dire di rivolgersi ad un altro parente, sponsorizzando un cugino che ha preso il diploma di geometra alla scuola paritaria “F. Kennedy”, che ha più tempo.

6 – L’architetto riceve inviti per ogni tipo di convegno che viene puntualmente promosso come decisivo per le sorti del mondo oppure per presentazioni-evento di libri che si rivelano scadentissimi (ma che sarebbero costretti a comprare). Per non parlare degli inviti a consessi dove si elargiscono crediti formativi. Solitamente non si tratta propriamente di inviti ma di proscrizioni con conseguenze che si prevedono gravissime per gli assenti, tipo la radiazione dall’ordine o la gogna mediatica via social.

Contromisura: Fingersi malato o distante almeno 10000 km dal luogo dell’evento.

7 – L’architetto riceve richieste, a volte disposizioni perentorie, di inviare documenti a beneficio del reclamante o di terzi. Ovviamente si tratta di documenti assolutamente urgenti che devono essere reperiti e spediti immediatamente o comunque non oltre le sei ore dall’arrivo del messaggio. Se l’architetto non ottempera, si lascia intendere che potrebbe accadere qualsiasi cosa: condanne, collassi economici, liti familiari o la morte termica del pianeta. Tutte cose delle quali sarà riconosciuto colpevole per irresponsabilità.

Contromisura: Dire di non avere i documenti e procedere, appena possibile, al rogo degli stessi per eliminare le prove.

8 – L’architetto riceve un messaggio vocale. Anzi, non uno, decine. Non vocali brevi, ma dissertazioni interminabili che, in realtà, si potrebbero riassumere in dieci secondi di lapidaria sintesi. Vocali a volte incomprensibili poiché registrati nel traffico, in metropolitana o in cantiere durante operazioni di demolizione, che l’architetto è costretto ad ascoltare e riascoltare in cuffia come la polizia postale per le intercettazioni dei mafiosi, per cercare di capirne correttamente il significato e, se c’è, il quesito.

Contromisura: Dichiararsi adepto di una religione che non contempla l’ascolto di vocali superiori ad un minuto. Religione che, credo, già esista.

9 – L’architetto riceve documenti scritti a mano in maniera incomprensibile e fotografati con errata messa a fuoco. Oppure particolari costruttivi da parte di mastri in difficoltà: macchie di umido su soffitti o ferri ossidati fuoriuscenti da balconi vista mare. Tali immagini sono accompagnate da suppliche d’aiuto che spezzano il cuore.

Contromisura: Negare di possedere le competenze adeguate e/o far trascorrere due/tre ore. Trattandosi di una questione urgente e considerato l’alto numero di architetti in giro, risponderà un altro. Oppure risponderà un ingegnere.

10 – L’architetto riceve il messaggio che potrebbe cambiargli la vita. Un’offerta di lavoro unica e sensazionale. Tuttavia, avendo terminato la memoria, eliminato le notifiche, silenziato i gruppi, fintosi malato o in viaggio e negato di avere le competenze, l’occasione sfuma.

Contromisura: Se si possiede ancora un telefono fisso, comunicare alla SIP nel frattempo diventata Telecom, di affiancare al numero di casa il titolo.

Vittime di “WhatsApp”, tormentati da clienti stalker, assillati da parenti, colleghi e capoditta, gli architetti, perdendo questa sfida, smarriranno gran parte della loro creatività.

Le case saranno tutte uguali, simmetriche, con il pavimento in gres finto parquet, copiate sempre dagli stessi siti di arredo, design e porno.

Già al prato non ci sono più vacche.

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1 Comment SFIDE: L’ARCHITETTO CONTRO IL “WHATSAPP”

  1. Francesco De Poi 10 Novembre 2019 at 04:36

    Sei divertente, hai già un futuro!

    Reply

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