“Benvenuti nel paese del rumore
quaggiù, è ben che lo sappiate
se del silenzio siete cercatore
lasciate ogni speranza o voi ch’entrate.
Benvenuto alle cinque del mattino
al furgone che rastrella il vetro
all’espurgo del solito tombino
col beep beep che indica la retro.
Dopo il pranzo è il momento
del martello buon demolitore:
deve correre il cemento
nel belpaese del rumore.
Omaggi al motociclista
che nella notte sgasa col motore
pensando di trovarsi in pista
per la gioia dell’albergatore.
Ossequi,
al fischiettar del vigile urbano
al furgone del supermercato
all’abbaio del tuo caro cano
all’asfalto coll’autoarticolato.
Alle regole in vigore
tutte infrante diligentemente
ognuno fa come gli pare
basta farlo obbedientemente.
Nel paese del fuoco artificiale
l’esplosione è religiosa prassi
e il petardo monumento nazionale.
Ma non sia mai ch’io fiatassi.
E ti lamenti pure ?
Dovresti ringraziare !
risponde il fido difensore
dal silente pulpito in altura.
Ordunque taccio per non creare
inquinamento acustico ambientale
ché già abbastanza sporco il mare
e pure l’aria se la passa male.
Benvenuti nel paese del rumore
dove regna sempre il chiasso
e purtroppo ogni visitatore
dopo un po’ si rompe il casso”.
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Leggi altre poesie : Il gallerista
C’era una volta un paese di mare
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