LETTERA DELL’ARCHITETTO A GESU’ BAMBINO (NATALE 2022)

Caro Gesù Bambino, quest’anno scrivo a te la tradizionale lettera natalizia e non più a quell’impostore di Babbo Natale che puntualmente tradisce le mie attese.

E, in tutta sincerità, ti confesso Gesù Bambino, dopo così tanti anni comincio persino a dubitare che Babbo Natale esista. E’ la tradizionale perspicacia da architetto che mi suggerisce di dubitarne.

Caro Gesù Bambino, ti parlo a nome dell’intera categoria degli architetti, per il 2023 ci accontentiamo di poche cose molto semplici. Siamo stati buoni, non abbiamo scioperato neanche un giorno anche perché, se pure lo avessimo fatto, nessuno se ne sarebbe accorto.

Per noi architetti il 2022 è stato, come tutti i precedenti, un anno particolarmente faticoso. Molti non ce l’hanno fatta, sono caduti sul campo. Altri si sono ritirati dal fronte ed ora o sono imboscati in un qualsiasi ufficio statale oppure percepiscono il reddito di cittadinanza.

Siccome so che in questi giorni sei molto impegnato a nascere sarò breve. D’altronde anche noi abbiamo da finire le CILAS entro il 31 dicembre e il tempo stringe.

A proposito, puoi per favore intervenire per mettere fine a questo delirio della norme del superbonus? Da adulto camminerai sulle acque e moltiplicherai i pani, prova a fare anche questo.

Restituisci ai creditori i crediti e rimetti a noi i nostri debiti con un condono fiscale, specie quelli di Inarcassa.

Dona ad ognuno di noi un cliente. Uno solo ma buono. Sufficientemente ricco e di buon gusto. E anche un posto letto per visitare la fiera del mobile a Milano, che non costi come una suite imperiale a Singapore.

Regalaci vocali whatsapp sintetici. E parenti dei committenti più discreti.

Fai che qualcuno si interessi all’architettura, con una bella legge dedicata. Già che ci sei vedi se puoi ottenere un ministero per l’architettura, va bene anche un sottosegretariato. Nel caso occorra, però prendi gente del mestiere.

Tu che sei figlio di falegname, donaci artigiani attenti e non anarchici. Idraulici che rispettino gli appuntamenti e l’ufficio tecnico meravigliosamente aperto. Donaci un agevole regime forfettario e bonifici inaspettati per i momenti di difficoltà.

Trasforma l’acqua in birre medie da donare a tutti gli edili in pausa pranzo.

Non ti chiediamo la pace nel mondo, è troppo complicato; ci basta quella nel condominio dove stiamo lavorando.

Dona ai più anziani di noi la pensione, almeno per un giorno, prima che ci lascino. O, in alternativa, almeno la targa celebrativa dell’ordine placcata argento.

Fa che tutti gli sportelli telematici funzionino e che non compaia mai più la scritta “error 404”. Ti preghiamo: fai che nessuno disperda mai la password dello SPID altrimenti è finita. Sostituisci tutti gli ingegneri della soprintendenza con un distributore automatico di merendine.

E, infine, ridacci l’entusiasmo smarrito anche sotto forma di crediti formativi.

In cambio noi architetti ti promettiamo che l’anno prossimo nascerai in una capanna classe A++ progettata da un archistar e realizzata grazie al bonus energetico.

O meglio, non ti promettiamo niente perché in un anno non facciamo nemmeno in tempo ad ottenere l’autorizzazione paesaggistica.

Nel frattempo ti auguriamo buon Natale o buon compleanno che poi è la stessa cosa.

Con immutata stima, il tuo caro architetto.

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