LE BUGIE HANNO LE GAMBE CORTE

E’ notizia di oggi, pubblicata sul quotidiano “L’Ora” e ripresa da alcuni siti locali, che i lavori per la galleria di “Porta Ovest” che unisce (sarebbe meglio dire “unirà” o “forse unirà”) il porto di Salerno all’autostrada, sono di nuovo interrotti, in questo caso per condurre nuove indagini geotecniche e geodetiche. Va infatti redatto un nuovo piano di monitoraggio delle «deformazioni gravitative di versante e delle opere d’arte autostradali». L’articolo puntualizza che tale compito è stato affidato ad una società di Vico Equense per un compenso di 140mila euro.

I lavori per realizzare la galleria di “Porta Ovest”, iniziati nel 2007, sono ancora ben lungi dal terminare e servono da avvertimento per quello che potrà capitare nel caso sventurato che inizino quelli riguardanti la galleria Minori-Maiori. A segnalare per primo questo rischio, tracciando un parallelo tra le due opere, è stato Michelangelo Russo, già magistrato, pratico di inchieste, con un articolo pubblicato lo scorso primo febbraio, sulle pagine di “Cronache del Salernitano” (per leggere l’articolo clicca QUI).

Il brano seguiva le ultime dichiarazioni dell’assessore alla mobilità della Regione Campania, Luca Cascone che, a distanza di quasi quattro anni dai suoi stessi annunci, ha in sintesi ammesso, come riporta Russo, di non sapere “ancora da dove inizia e dove finisce” la galleria Minori-Maiori.

Iniziare senza sapere come finire, è più o meno ciò che è accaduto per la galleria di “Porta Ovest”, progetto nato con l’obiettivo di collegare il porto di Salerno all’ingresso dell’autostrada, bypassando il viadotto Gatto, ma che, dopo più di 15 anni di lavori (tra smottamenti, varianti, imprevisti e ripensamenti) ancora non chiarisce in quale modo gli autoarticolati potranno immettersi sull’autostrada. Ora che le due corsie sbucano dalla roccia perpendicolarmente al tracciato esistente (si veda l’immagine) infatti, si va in cerca di una soluzione tecnica per realizzare un raccordo sufficientemente ampio da far manovrare mezzi lunghi anche 18 metri. Forse ci vorranno altri 15 anni.

Vista tratta da google maps, dell’uscita della galleria di “Porta Ovest” su via Cernicchiara

Intanto il buco di “Porta Ovest” è già costato 100 milioni di euro, il triplo di quanto previsto. Soldi sottratti alla manutenzione del territorio, delle strade, alla sanità, ai servizi sociali ecc., mentre i camion continuano a percorrere il viadotto Gatto, creando il caos e bloccando la circolazione cittadina.

Evidentemente l’unica cosa davvero importante era scavare.

Nel frattempo, in tutti questi anni, un’enorme area all’uscita del porto di Salerno, a via Ligea, si è trasformata in un orrendo cantiere (si vedano le foto).


L’area di cantiere della galleria “Porta Ovest” a via Ligea, Salerno

Ed ecco un’altra drammatica analogia con la galleria Minori-Maiori.

Il cantiere della «sciagurata» è previsto che sia posizionato sul lungomare di Minori (il Sindaco di Maiori ha già provveduto a negare la disponibilità del porto per l’altra metà dell’area di cantiere) occupandone una grossa fetta, con ricadute a livello di immagine turistica, logistiche, di inquinamento ambientale ed acustico devastanti.

Quanto a lungo? Naturalmente nessuno può dirlo. Volendo essere ottimisti, azzardiamo: almeno dieci anni.

La questione dell’area cantierabile è grave e non si presta a nessuna mitigazione: l’esecuzione di qualsiasi progetto di galleria ne avrà bisogno. Non vi sono alternative a questo disastro, l’unica è opporsi senza “se e senza ma”.

Ma le affinità tra le gallerie si separano sull’«utilitas». La galleria di “Porta Ovest” si propone(va) di risolvere un problema grave di circolazione dei mezzi pesanti e di sicurezza per il viadotto Gatto. Viceversa la galleria costiera non ha nessuna reale funzione.

Ed è tanto vero che non serve a niente che, ultimamente, va per la maggiore proporre l’ardita teoria dello scambio: fare la galleria per ottenere la «passeggiata». Una menzogna oltre che un’ipotesi masochista.

Tutto ciò mentre ci sono decine di sentieri tanto meravigliosi quanto abbandonati. Percorsi incantevoli sui quali i turisti amano andare, come il “sentiero dei limoni”, vere eccellenze, poiché caratteristici del territorio. Per questi camminamenti l’amministrazione non ha speso un soldo, mai un progetto di riqualificazione né di miglioramento. Mai un recupero delle originarie pavimentazioni né delle testimonianze architettoniche. Eppure la comunità europea (e non solo) periodicamente dispensa fondi per la loro valorizzazione, soldi che altri comuni riescono ad attrarre confezionando progetti di recupero e sviluppo che non barattano con opere devastanti come questa galleria.

Così vogliono convincerci quanto sia fondamentale andare a piedi da Minori a Maiori ma le bugie hanno le gambe corte e i cittadini non hanno “l’anello al naso”: hanno capito benissimo il bluff.

Alla luce di tutto questo, è ancora più evidente che bisognava avere la lucidità di respingere il progetto prima ancora che fosse confezionato. Invocare tavoli di concertazione, pareri dei cittadini (adesso?!), aggiustamenti e baratti vari è, prima ancora che inutile, grottesco.

I politici dovrebbero coltivare la virtù del presentimento.

Tuttavia, purtroppo, non può esserci lungimiranza senza conoscenza: la sensibilità ambientale, l’autonomia e la prontezza, il rispetto per la propria terra, sono virtù impegnative: serve la cultura, costano sacrifici.

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