L’ARCHITETTO INCONGRUO

cruciverbaLa telefonata del commercialista mi è arrivata alle 11 del mattino, sorprendendomi sulla sdraio, a metri sei circa dalla riva, proprio sull’ostica definizione del “15” verticale: “proporzione di una cosa con un’altra”.

Senti, scusi l’orario”, ha esordito così. “dobbiamo vederci, immediatamente”.

Ho Staccato il cellulare dall’orecchio e ho controllato se mi avesse chiamato un mio amico che fa il cardiochirurgo e che possiede i diritti della mia cartella clinica.

Come mai, immediatamente, dottore ?” , ho chiesto (un titolo di dottore non si nega a nessuno, neppure ad un ragioniere).

Sei incongruo” mi fà, secco.

In realtà io sono un architetto” ho risposto, almeno lo ero stato fino alla sera prima.

Ti va sempre di fare lo spiritoso, ma non c’è niente di che scherzare. Sei un architetto incongruo !”.

Ripassai a memoria le definizioni che di volta in volta mi attribuivo o mi attribuivano. Ero stato un architetto eclettico, professionale, diligente, simpatico, minimalista, estroso, distratto. Ma incongruo non me lo avevo ancora mai detto nessuno.

Scusi dottore, quando, di preciso, sono diventato incongruo ?”.

Nell’ultimo anno. Pensaci bene”.

Difficile ora dalla mia sdraio a metri sei dalla riva, con il “15 verticale” di lettere 10 che comincia con la “c”, che incombeva nei miei pensieri, ripensare con precisione al mio ultimo anno di vita.

Ci provai: salute buona, due molari cariati, vacanza in Salento, Natale con i miei, scarpette nuove da corsa, serate di pizza e cinema o divano comodo, principio di calvizie frontale. Non ho dimenticato niente.

Dobbiamo rimettere in ordine lo studio di settore !”.

“Dottore, voglio ricordarti che lo studio lo mette sempre in ordine la signora delle pulizie, possiamo chiedere a lei se ha fatto qualcosa. A volte mi sposta le carte, l’altro giorno, ad esempio, il fascicolo di una contabilità era finito in bagno !

Ma no, la signora delle pulizie non c’entra. E’ una questione fiscale. Fiscale !”. Urlò.

La parola “fiscale”, fuoriuscita dall’altoparlante dello smartphoone, fece tremare tutta la seconda fila di ombrelloni. Il bagnino corse a nascondersi nello sgabuzzino dei gonfiabili. Il proprietario dello chalet, immediatamente avvertito, nascose una ventina di lettini nel locale caldaia, un 60enne al mio fianco si tolse il rolex e se lo infilò in tasca.

Come avrei voluto tanto non rispondere a quella telefonata. Continuare a guardare sereno il mare riflettendo su quel “15” verticale che finiva in “za” e che proprio non mi veniva.

Confessamelo dai, hai fatto nero ? A me lo puoi dire”.

Dottore, sono al sole da soli 10 minuti, non ho avuto il tempo di abbronzarmi. Ve lo giuro !”

“Non scherzare, sai cosa intendo per nero !”

“Va bene”, inutile provare a protestare, mi arresi: “possiamo vederci magari Lunedi, perchè ora proprio non posso raggiungerla”

Architetto, Lunedi potrebbe essere troppo tardi !”.

E in quel momento realizzai che il mio weekend al mare era già finito. Addio doccia calda, patatine con il limone al chioschetto, Bacardi mezzo freddo e chiacchiere di calciomercato con gli amici.

La aspetto per oggi alle tre allora”, come una sentenza il commercialista fece cadere la mannaia sulle mie speranze. ”Porta tutti i documenti. In un paio d’ore sistemiamo tutto, abbia fiducia”. E attaccò, senza darmi il tempo di replicare. Ho abbandonato la spiaggia tranquillizzando gli amici, lasciando in eredità una settimana enigmistica nuova, due gettoni per la doccia e una protezione 40.

Ci si interroga sul significato, il rapporto vuoti-pieni, la funzione, il ruolo dell’arte e della tecnologia, ma, praticamente, il problema più grande dell’architetto contemporaneo è sempre la proporzione, di una cosa con un’altra.

Anzi, precisamente la congruenza. (che ha 10 lettere, comincia con la “c” e finisce in “za”)

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