IL NATANTE

Giugno è il mese migliore per i bagni.

La spiaggia è ancora deserta e, specie nelle prime ore del mattino, si può stare al mare nella più assoluta tranquillità.

Ho l’abitudine di andarci con un piccolo cuscino gonfiabile, rosso a tre camere d’aria.

Mi aiuta a galleggiare e a fare gli esercizi per la schiena.

Lungo la battigia incontro sempre il signor Roberto, anche lui ama il silenzio e gira per la spiaggia con un cuscinetto rosso, identico al mio, soltanto più piccolo. Con sole due camere d’aria.

Scherzando gli dico: “Siamo amici di salvagente”.

Lui sorride, poi risponde: “il suo è solo più grande” forse con una punta di invidia.

L’ho incontrato ancora l’altro giorno. Era in compagnia di una donna.

“Ti presento Flora” mi ha detto.

La donna, sulla cinquantina, mi si è avvicinata per salutarmi. Reggeva un materassino grande il giusto per consentirle di stendersi.

Le ho teso la mano mentre lei esaminava il mio cuscinetto, con una smorfia di scherno.

“La signora Flora ama prendere il sole sul materassino” ha detto il signor Roberto.

“E’ un’ottima idea” ho risposto fingendo un sorriso.

Siamo rimasti alcuni secondi a fissarci ognuno col suo gonfiabile tra le mani, poi ci siamo divisi.

A Luglio mio cugino viene sempre a trascorrere un weekend al mare. Ha due figli adolescenti, li ho visti arrivare in spiaggia reggendo un grosso materassino a due piazze, nero e spesso.

A bordo di quello li ho visti allontanarsi dalla riva e poi da là tuffarsi. Altri amici li hanno raggiunti, salivano sul materasso e si tuffavano. Le urla si sentivano a molti metri di distanza.

“Sono ragazzi” si è giustificato mio cugino.

Mentre eravamo là che li fissavamo ho rivisto il signor Roberto. Dalla riva salutava un uomo ritto in piedi su un canotto, accanto a lui un ragazzino cercava di prendere il largo agitando furiosamente dei piccoli remi in legno. Mi ha notato.

“E’ un mio collega d’ufficio. Si è comprato quel canotto, ma non è tanto pratico”.

Io, mio cugino e il signor Roberto siamo rimasti alcuni minuti a guardare verso l’orizzonte. Mentre i ragazzi continuavano a salire e a tuffarsi dal materasso, poco più avanti l’uomo aveva imbracciato i remi e si allontanava procedendo incerto schivando i bagnanti e i pedalò.

Ad Agosto la spiaggia è sempre più affollata, non c’è spazio nemmeno per stendere un asciugamano sulla sabbia.

Mio zio ha comprato un gommone col motore fuoribordo. Lavora tutta la settimana, ha solo la domenica libera. Ma la domenica, se vuoi goderti il mare, devi possedere un natante. Mi ha spiegato che mantenere un gommone è costoso. Bisogna fargli la manutenzione, avere un posto dove tenerlo d’inverno, pagare il bollo della patente nautica. Per non parlare del gasolio per far andare il motore.

Non ho capito se lo diceva con orgoglio o con sofferenza.

Ci organizza gite con la moglie e gli amici. Una volta anche io sono andato. Arrivammo fino all’isola dei Galli, ci tuffammo al largo, pranzammo a sacco, quindi tornammo a casa.

Quando l’ho raccontato al signor Roberto lui non ha fatto commenti.

Ha solo detto: “bello”.

Dai primi di Agosto in spiaggia non incontro più il signor Roberto. Vado a cercarlo fino a dove so che sta, ma non c’è. Fino al giorno in cui anche io decido che c’è troppa gente e rinuncio ad andare al mare.

“Tornerò a Settembre” penso.

Infatti torno con il mio piccolo cuscinetto rosso.

Ma anche a Settembre quando in spiaggia torna la pace, il signor Roberto non c’è.

Il suo posto è vuoto. Chiedo alla signora Flora ma lei non ne sa niente.

Il bagnino dice di non averlo più visto da un mucchio di tempo.

“Come è possibile?” mi chiedo “che gli sia accaduto qualcosa di brutto?!”.

Sono preoccupato, ma presto me ne dimentico.

Quando il mese è quasi terminato mi arriva una cartolina.

E’ del signor Roberto.

E’ in crociera.

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