IL RICICLO DELL’ARCHITETTO IN TEMPO DI CRISI

A causa del risultato equilibrato delle elezioni, un ipotetico rilancio del mondo del lavoro appare ancora più improbabile, tanto che alcuni lavori alternativi per architetti che si riciclano in tempo di crisi, segnalati in un precedente articolo, sono da considerarsi pressoché improponibili. Inoltre molti colleghi mi hanno comunicato la loro intenzione di voler restare nel campo edile pur svolgendo, in attesa di tempi migliori, mansioni alternative, anche al servizio di altri architetti con compiti di collaborazione non convenzionale. Indubbiamente per l’architetto che intende riciclarsi restando nell’ambiente lavorativo al quale sono legate le sue aspirazioni, ci sono alcune proposte, a patto di accettare il nuovo ruolo con la massima umiltà.

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Ecco i cinque lavori alternativi per l’architetto che vuole riciclarsi senza rinnegarsi:

1)      Il treppiede umano (o “zero da rullina”): Questa occupazione, fondamentale nel campo della topografia e del rilievo architettonico, è spesso svolta da parenti anziani (padri, zii, anche nonni) o da ragazzini imberbi, dipende dal grado di difficoltà del punto da raggiungere. Fare lo “zero da rullina” è piuttosto semplice, questi si occupa solamente di mettersi con lo zero della fettuccia metrica nel punto dove gli viene indicato e di tenere la mano ferma. Il treppiede umano topografico, invece, lo incontriamo spesso ai bordi di una strada o al centro di una piazza deserta, lo riconosciamo dall’espressione quasi inanimata e dalla rigidità del corpo. Il suo compito è sostenere, tenendolo ben dritto “in bolla” ed orientato nel verso giusto, il prisma che riflette il raggio del teodolite manovrato dal topografo che può trovarsi anche a chilometri di distanza. Il treppiede umano è di solito un uomo solo e triste, trascorre mattini in luoghi isolati con un walkie talkie ad eseguire ordini, spesso cazziate, e ad effettuare spostamenti variabili da pochi metri a chilometri senza la possibilità di partecipare in maniera critica alle operazioni. Tuttavia il treppiede umano gode di una certa stima da parte dei passanti che lo guardano come un alieno armato e ne ammirano la solidità fisica e la resistenza a qualsiasi tipo di condizione atmosferica.

2)      Il “birillo da fila”: In alcuni uffici, tipo l’Agenzia del Territorio (volgarmente detto “il catasto”) il birillo da fila rappresenta un indispensabile accessorio per il professionista impegnato in differenti campi. Come il pokerista che gioca su più tavoli, infatti, il vero uomo da catasto non può permettersi di fare una sola fila alla volta ai vari sportelli; per questo motivo occorre portarsi dietro il collaboratore che funge da birillo occupa-posto. L’uomo birillo viene posizionato nella fila lunga, mentre il professionista si reca verso altri sportelli più celeri; il birillo umano scala le posizioni con pazienza, finché il professionista, sbrigata la sua prima commissione, lo sostituisce nella fila diventata nel frattempo corta, smistandolo verso un’altra fila. Con l’esperienza il birillo da fila può addirittura arrogarsi il diritto di giungere egli stesso allo sportello per commissioni semplici, ma in generale se si è birilli si resta birilli, l’avanzamento di grado non è contemplato. Pur trattandosi di una figura professionale molto raffinata ed importante, con l’introduzione del numeretto elettronico, il birillo da fila, tende, purtroppo, ad estinguersi.

3)      Il “piegatore di progetti”: Una delle operazioni che rubano più tempo all’architetto detentore di uno studio professionale medio-grande è la piegatura dei lunghi fogli dei progetti in moduli A4. E siccome le copie da consegnare aumentano, di pari passo con gli uffici, sempre di più, il lavoro del piegatore di progetti diventa sempre più importante e specializzato. Può essere assunto a numero di piegature o con un forfait “a progetto”. Di solito il piegatore entra in gioco l’ultimo giorno prima della scadenza dei termini della consegna del lavoro, anzi nelle ultime ore utili; per questo spesso è costretto a lavorare di notte come i panettieri.

4)      Il “sollecitatore di uffici”: Con la lentezza atavica degli uffici della nostra pubblica amministrazione, una delle figure professionali alternative che va per la maggiore è il cosiddetto “sollecitatore”. La sua funzione è recarsi in tutti gli uffici presso i quali l’architetto ha qualche autorizzazione in sospeso, ma anche certificati, determine, incarichi da assegnare ecc.. Il sollecitatore stringe amicizia con tutti i funzionari con grande spreco di generosi quanto ipocriti complimenti, a volte si spinge finanche a mandare qualche caffè in ufficio pur di prepararsi il terreno. Di solito ha un approccio educatissimo, chiede informazioni, si appunta le date, dice che ritornerà e saluta con un sorriso. Quando le risposte tardano ancora ad arrivare, però, il sollecitatore aumenta la frequenza delle sue incursioni, anche fuori dall’orario delle visite, a volte pregando, a volte adducendo motivazioni fantasiose, fino a diventare aggressivo e minacciando le vie legali. Indispensabile una base di conoscenza giuridica e un campionario minimo di imprecazioni.

5)      Il “recuperatore di crediti”: E’ la variante prettamente economica del “sollecitatore”. Con i tempi che corrono si sa quanto sia difficile per un architetto farsi pagare dai clienti, sia che siano privati ma anche dagli enti pubblici. Il “recuperatore” può offrire dunque questo tipo di servizio in cambio, ad esempio, di una piccola percentuale dell’importo recuperato. Di solito riceve l’incarico quando il ritardo nel pagamento ha già ampiamente superato la soglia della tolleranza, o in casi di indigenza economica reale. Il recuperatore non è necessariamente un violento, non è quella la sua prerogativa principale, bensì la capacità di convincere, come un bravo affabulatore. Fondamentale è una certa predisposizione sociologica che gli consente di capire subito la metodologia da adoperare in funzione della situazione. In ogni caso la preparazione e la stazza fisica aiutano, recuperatori sotto il metro e sessantacinque, infatti, non sono credibili.

Solo a titolo di cronaca, lo scrivente ha in passato ricoperto i ruoli contrassegnati con i numeri 1 e 2, svolge regolarmente il 3 ed il 4, mentre è piuttosto carente nel 5.

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1 Comment IL RICICLO DELL’ARCHITETTO IN TEMPO DI CRISI

  1. Antonio 30 Novembre 2013 at 10:53

    Bellissimo. Complimenti. Io vengo utilizzato spesso nel ruolo n. 4 dai miei clienti e nei ruoli n. 2 e 3 da me stesso, a costo zero…

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