L’ARCHITETTO E IL CAMBIO GOMMA

gommaIn molti si chiedono se un architetto, così come un qualsiasi professionista che svolge un lavoro intellettuale, è capace di effettuare alcune operazioni prettamente manuali. Tipo cambiare una gomma all’auto in caso di foratura o di danneggiamento della stessa.

In questo caso va premesso che nel caso l’architetto sia di genere femminile è assolutamente escluso che sarà in grado di effettuare la sostituzione della gomma. Tranne rarissimi casi di figlie di meccanici o di un improbabile, precedente, tirocinio o part-time alla Esso.

Gli architetti maschi alle prese con il cambio di una gomma si dividono inizialmente in due categorie. Quelli che gli è capitato di recente di dover cambiare un pneumatico e quindi si ricordano come si fa o perché sono riusciti a farlo loro o perché l’hanno visto fare, e quelli che invece non hanno mai cambiato una gomma in vita loro e manco lo hanno visto fare. Ovviamente ci occuperemo di quest’ultima categoria che è senza dubbio la più affollata.

Pur essendo dei noti tuttologi, spesso, gli architetti sono piuttosto carenti nell’effettuare alcune attività manuali delle quali, comunque, conoscono sempre pressappoco le basi teoriche e la dinamica delle fasi. Così quando un architetto si trova nella necessità di cambiare una gomma, la prima cosa che fa è cercare l’aiuto di qualcuno. Se questo qualcuno è un altro professionista, purtroppo, l’unico risultato concreto è che aumenterà di un’unita la forza lavoro alle prese con la gomma sgonfia, ma senza nessun progresso rilevante. Le competenze di due o più professionisti alle prese con un’opera pratica e materiale, infatti, non si sommano, ma piuttosto si sovrappongono. Poniamo che all’architetto si affianchi nel tentativo di dare conforto, ad esempio un professore di italiano e storia, un commercialista o un agronomo, entrambi effettueranno le operazioni con grande prudenza senza nessuno slancio di iniziativa personale; rimanendo, ad esempio, piuttosto perplessi dinanzi al funzionamento del crick o della chiave esagonale. In genere i due professionisti, per fronteggiare i primi dubbi, riterranno opportuno consultare il manuale di istruzioni dell’autovettura che quindi verrà sfogliato per la prima e probabilmente ultima volta, seguendo pedissequamente indicazioni del tipo “spegnere l’autovettura e tirare la leva del freno a mano”, oppure “assicurarsi che nell’auto non ci siano passeggeri durante il suo sollevamento”.

Quando due o più professionisti eseguono la sequenza delle operazioni per sostituire la gomma di un’autovettura capita spesso che si blocchino per l’assenza o lo smarrimento di uno strumento, anche il più semplice, non avendo la lucidità di trovarne un altro compatibile nell’immediatezza. In questo caso se uno dei presenti prova a proporre una soluzione alternativa, si apre subito un interminabile dibattito sul principio di consequenzialità che tale manovra innescherebbe.

Anche se l’architetto, così come il suo complice, in apparenza, non sembra un delinquente, a causa dei tempi che corrono e dei pre-serali di Rete 4, quando si rimane fermi in mezzo alla strada per lo squarcio in una gomma dell’auto, nessuno più si ferma a dare una mano. Per uno strano scherzo del destino, inoltre, quando un architetto è alle prese con la sostituzione di una gomma, in genere, nonostante il meteo fino a 10 minuti prima prevedesse una meravigliosa giornata di sole, capita che inizi a piovere, fortissimo.

La pioggia comporta che l’architetto dovrà cercare l’aiuto anche di una terza persona, che sarà ancora meno abile delle prime due. A questa sarà chiesta semplicemente di tenere fermo l’ombrello e la pila a batterie, se è buio. Di solito per questo compito può essere selezionata anche una donna architetto, per i motivi di cui sopra.

Se non vi sono ulteriori intoppi, l’architetto, con la collaborazione del suo complice professionista, riuscirà a sostituire la gomma nel giro di un’ora, un’ora e un quarto. Però con grandissima soddisfazione personale, pari a quella della progettazione di un centro commerciale nel centro di Parigi.

Il secondo caso è che l’architetto trovi l’aiuto di un non-professionista. Tipo un operaio metalmeccanico, un muratore o un marittimo. In questo caso verrà sollevato da qualsiasi competenza e l’operazione si concluderà in meno di dieci minuti. Se piove, e se lo ritiene utile, potrà collaborare tenendo l’ombrello. Inoltre se sarà attento, imparerà come si fa, finendo nella prima categoria iniziale.

C’è anche un terzo caso, ovvero che nelle immediate vicinanze ci sia un gommista aperto: in questo caso con venti euro, l’architetto può evitare sia il fastidio che l’umiliazione.

Dopo aver sostituito la gomma, così come per qualsiasi episodio che gli capita nella vita, l’architetto proverà a trarre dalla vicenda una lezione filosofica, un racconto romanzato o una morale eterna. Tipo: dove vanno a finire tutte le gomme squarciate del mondo ? Come possono essere smaltite in maniera ecologica ? Esiste un cimitero delle gomme usate ? E, se si, chi lo avrà mai progettato ?.

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