L’ARCHITETTO E GLI ELEMENTI NATURALI

Secondo uno studio del prestigioso istituto di scienze umane e sociali di Cascate di Sotto (BG), i professionisti sviluppano una naturale propensione alla propria attività in relazione al loro rapporto con gli elementi fondamentali del creato: fuoco, acqua, aria e terra. Tale distinzione vale anche e soprattutto per la categoria degli architetti che sono sempre chiamati a confrontarsi contro le forze incalcolabili della natura. Secondo il professor Varanzano, luminare e direttore dell’istituto, bisognerebbe addirittura suddividere gli architetti in elenchi separati a seconda della loro predisposizione ad interfacciarsi con gli elementi naturali, in modo che possano essere scelti in funzione delle loro naturali inclinazioni.

Tale distinzione non ha niente a che fare con lo zodiaco e l’astrologia”, ha precisato il Varanzano che, per dimostrarlo, di recente ha persino negato l’amicizia su face book a Paolo Fox.

L’istituto ha quindi tratteggiato i profili delle varie categorie di architetti:

L’Architetto di Fuoco: Dicesi A. di fuoco il professionista particolarmente tenace e di grande temperamento, persino spietato e cinico se serve; ottimo in discussioni giudiziarie ma anche pronto ad affrontare situazioni notoriamente scottanti, tipo passaggi di denaro in nero o abusi edilizi mascherati. Ideale per asfaltare strade, passare la guaina sui lastrici o per progettare piani di sicurezza antincendio. Abile pure nel posizionamento degli estintori nei negozi di abbigliamento e dei camini nei chalet di montagna. Ultimamente molto richiesto per le numerose controversie legate alle canne fumarie.

L’Architetto di Acqua: Appartengono a questa categoria la maggior parte degli architetti donne. Dotato di sensibilità e creatività, l’A. di acqua è particolarmente indicato per lavori di rigenerazione urbana o per rimediare a guai combinati da altri architetti precedenti o, peggio ancora, da ingegneri. Tale architetto è perfetto per intrattenere rapporti con idraulici ai quali riesce persino a suggerire il dimensionamento degli scarichi e delle braga (della quale conoscono, misteriosamente, il funzionamento) andrebbe sempre convocato per la progettazione di bagni e cucine. Inoltre si adatta con grande naturalezza al lavoro in aree a forte piovosità o umide, quindi può essere considerato un architetto per “esterni invernali”.

L’Architetto di Aria: L’A. di aria è dotato di grandi doti di socialità e di diplomazia, per cui si stima che siano di acqua l’80% degli architetti amministratori di condominio. Ideale per clienti complicati ma pure per opere in parti comuni o sui terrazzi di copertura per spartire le spese. L’ A. di aria, inoltre, siccome dotato di grande equilibrio, si muove sui ponteggi con l’agilità di una ginnasta rumena. Adatto per la costruzione di nuovi solai, l’A. di aria non soffre di vertigini ed è specializzato in facciate di edifici, lavori sui tetti o ai piani alti degli edifici. Molto abile per il progetto di nuove finestre, balconi o abbaini. Inoltre l’A. di aria si contraddistingue per la sua grande generosità ed altruismo, per cui può essere scelto da committenti che hanno intenzione di pagarlo poco o di non pagarlo affatto.

L’Architetto di Terra: L’A. di terra si contraddistingue per realismo e concretezza, difficile da influenzare persino dalle mogli dei committenti note per condizionare negativamente tutti i lavori. Molto indicato per tutti quegli incarichi che contemplano scavi o opere sotterranee, movimenti di terra, sterri, riporti e contenimento di terrapieni cadenti. Si narra che un A. di terra esperto sia capace di conoscere la natura di ogni terreno semplicemente annusandolo come un cane da tartufo. Fondamentale il suo apporto durante il getto delle fondazioni, operazione che gli provoca un entusiasmo ingiustificato, se serve può collaborare anche con l’elettricista, indicandogli il posto esatto dove posizionare la “messa a terra”.

Ma il professor Varanzano ci ha tenuto a precisare che le categorie più numerose di architetti sarebbero quelle formate dagli incroci tra almeno due elementi fondamentali. Per cui esisterebbero almeno altre sei categorie, tra le quali le più note sono:

L’Architetto Fuoco-Aria: Essendo contemporaneamente sia schietto che diplomatico, questo tipo di architetto è noto per le formule educate attraverso le quali manda a fanculo eventuali molestatori, funzionari di enti pubblici ostili, vicini di casa e simili. Ideale per cantieri pubblici dove bisogna sorridere al Sindaco e, un momento dopo, dire a tutti che è uno stronzo.

L’Architetto Terra-Acqua: E’ l’architetto Kapò. In questa categoria si combinano le caratteristiche di femminilità e quelle della fermezza. Sono generalmente le architetti donne che, vestite male o da uomini, pattugliano il cantiere come passassero in rassegna le truppe. Maniaci della sicurezza, riescono a far mettere il casco e i guanti al più indisciplinato degli operai. Ideali per lavori che si svolgono principalmente in sotterranea, a bassa profondità, solitamente in terreni fangosi, sono specializzati in opere di bonifica o per la realizzazione di infrastrutture secondarie tipo le fogne o i pozzi neri. Data l’odiosità di tali professionisti, spesso durante i lavori se ne perdono le tracce, quindi vengono ritrovati, perfettamente conservati, dopo anni durante i lavori di scavo per una linea della metropolitana.

L’Architetto Acqua-Aria: Detto Architetto “fuffa”. Perfetti per cantieri eterei, arredamenti d’interni, restyling per clienti facoltosi e indecisi. Trascorrono la maggior parte del loro tempo su instagram a pubblicare foto di pavimenti decorati o rifiniture in cartongesso che spacciano come opere d’arte. La loro specialità e contemporaneamente il loro sogno professionale, sono le ville al mare, che, se può, progettano con finestre lunghissime e totalmente openspace, in modo da rendere gli ambienti incandescenti d’estate e ghiacciati in inverno. Il suo elemento preferito sono le docce sul terrazzo. Soprattutto farsele.

L’Architetto Terra-Aria: Anche detto architetto svelto, andrebbe chiamato tutte le volte che si ha poco tempo a disposizione. In grado di accelerare pratiche ferme al Comune da anni con una sola telefonata, risulta pratico e concreto al tempo stesso, ma proprio per questo molto raro. Spesso è pure costoso poiché capace di seguire il processo costruttivo dalle fondamenta al tetto. Proprio per queste sue doti si sospetta che sia un ingegnere mancato (5/6 esami e poi il passaggio ad architettura), oppure sia effettivamente un ingegnere sotto mentite spoglie. Il suo problema fondamentale è che sia lui il primo a non avere tempo, per cui per incontrarlo occorre aspettarlo sotto casa alle 7 del mattino. Tipo un’imboscata.

E poi, sempre secondo il professor Varanzano, c’è un’altra grande categoria che però fa eccezione e sfugge a qualsiasi schema: si tratta degli Architetti terra-terra.

Anche detti Architetti scarsi.

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Architetti terrapiattisti

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