L’ARCHITETTO AL RISTORANTE

al_ristorante-1Anche se stabilire a cosa corrisponda oggi la normalità non è semplice, bisogna ammettere che gli architetti hanno comportamenti che non rientrano sempre nella norma. Finché restano nel recinto dei luoghi da architetto (cantieri, catasti, uffici tecnici ecc…), sembrano comportarsi in maniera del tutto consueta, ma provate ad isolare un architetto e ad inserirlo in un ambiente estraneo alla sua professione e noterete una serie di atteggiamenti singolari. Anche in luoghi del tutto comuni, come al ristorante.

Ecco i dieci comportamenti anormali di un architetto al ristorante.

1)    Sceglie il tavolo tenendo ben presente le uscite di sicurezza, la presenza degli estintori e controllando il piano di evacuazione. In caso di tavolo all’aperto misura prima la direzione e l’intensità del vento, nonché l’ombreggiatura migliore. A volte per trovare l’habitat ideale si prende la licenza di spostare il tavolo, anche di alcuni metri, provocando un generale malcontento.

2)   Quando va a lavarsi le mani, fa sempre una riflessione sulla posizione dei bagni rispetto alla pianta generale del locale. Di solito ad alta voce in modo che la sentano bene almeno i camerieri. A volte finge di perdersi pur di dimostrare che il percorso funzionale è stato studiato male.

3)   Quando torna dal bagno condivide sempre con i commensali un commento sulla qualità e la posa in opera del rivestimento ai gabinetti. Spesso aggiunge una considerazione anche sui sanitari che, detto tra noi, non è un argomento popolare a tavola.

4)   Alla consultazione del menù non legge mai con attenzione quello che deve scegliere ma piuttosto nota l’impaginazione del pieghevole, il carattere utilizzato e la qualità della carta. Incalzato dal cameriere, sceglie a caso e spesso sbaglia.

5)   Se il ristorante è stato ristrutturato da poco si informa sull’architetto che ha progettato e diretto i lavori, dopodiché si rammarica di non essere stato chiamato lui che avrebbe fatto certamente un lavoro migliore, ma soprattutto diverso perché così com’è “sa già di vecchio”.

6)   Ad un certo punto del pranzo o della cena, ovviamente in un momento in cui non c’entra niente, dice sempre “le luci comunque sono posizionate male”, oppure “io qui non avrei usato il cartongesso”. E tutti lo guardano interdetti perché è sempre qualcosa al quale nessuno avrebbe mai neanche lontanamente pensato. Perlomeno in quel momento.

7)   Da qualsiasi luogo provenga il vino, dice che lui c’è stato e per sostenerlo cita un’architettura sconosciuta che si trova proprio là, ma che incredibilmente non è presente in nessun libro e non c’è neanche su wikipedia, ma a lui piacque moltissimo e “se non ci credete, la prossima volta porterò le foto”.

8)   Ad un certo punto, in relazione a qualsiasi argomento, appena qualcuno dimostrerà di non aver capito bene, tirerà fuori dalla tasca una biro e cercherà di farne uno schizzo su un tovagliolo, incurante che questo sia di carta o di seta.

9)   Quando c’è da dividere il conto in parti uguali vuole sempre ricontrollare le quantità ed il prezzo unitario di ogni pietanza, con inevitabile perdita di tempo e pazienza dei presenti.

10)  All’uscita dal ristorante dice a tutti che la prossima volta si darà ascolto a lui e si andrà in un posto che gli hanno consigliato dei muratori che sono come i camionisti, cioè dove vanno loro significa che si mangia e beve benissimo e si paga poco. In realtà è una balla, i muratori si nutrono esclusivamente di pane e mortadella, bevono birra ghiacciata e si portano il caffè da casa, nel thermos.

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