Il Ministero della Bellezza (e/o Bruttezza)

crescentDevo smetterla di guardare la politica in tv.

L’altra notte ho sognato che eravamo a cena, io, Gasparri, Renato Mannhmeimer e il cane Dudù. Renato aveva preso le trofie al pesto perchè per il 34% degli avventori del ristorante era il piatto migliore. Gasparri mi parlava del ruolo di Keynes nella politica liberista del secondo governo Berlusconi. Intanto Dudù mi aveva pisciato sulle scarpe e ci provava con la cagnetta del tavolo accanto. Ho pagato 340 euro di conto mancia esclusa e mi sono svegliato tutto sudato. Ho deciso che non potevo restare impassibile, dovevo dare il mio contributo.

Ho cercato nella rubrica del mio smartphone il numero di Giorgio. Scorrevo la lista: Nadal Rafa, N’Dour Youssur, Naomi Campbell, Nazionale Maria. Niente, non ho il numero. Allora gli ho scritto una mail.

Gentile Giorgio, so che hai molto da fare e che anche l’età avanza,  quindi sarò breve. Vorrei gentilmente chiederti di dire all’amico Matteo se è possibile istituire l’unico ministero del quale abbiamo bisogno in Italia. Il ministero della bellezza. Anche quello della bruttezza, andrebbe bene, oppure in alternativa il ministero della Bellezza e della Bruttezza. Considerati i danni che stiamo arrecando al nostro meravigioso paese, mi sembra che non possiamo più rimandare, sono sicuro che il giovane Matteo capirà. Con osservanza. Tuo. Già sai.

E’ curioso che in Italia ogni argomento abbia avuto un ministero, tipo le poste, le foreste, la marina mercantile, l’integrazione, le pari opportunità, l’igiene, gli affari sociali ecc., ma nessuno abbia pensato di istituire un bel ministero per tutelare la bellezza di questo paese, dove le idee in merito sono molto confuse, sia tra i politici che tra gli addetti ai lavori. E siccome in questo paese ci vuole qualcuno che decide, prima che sia il solito giudice del TAR a farlo, è assolutamente urgente nominare un ministro della bellezza. Uno che davanti, ad esempio, ad una nuova architettura dica “è bella, si può fare”, oppure “è brutta, non si fa”.

Fosse già esistito, tale ministero, ci saremmo risparmiati ad esempio la grottesca vicenda del Crescent, l’enorme edificio semicircolare in costruzione sulla spiaggia di Santa Teresa a Salerno su progetto dell’architetto spagnolo Ricardo Bofill. In assenza del ministro io, personalmente, mi ero fidato del parere di Vittorio Sgarbi. “Uno che ha letto così tanti libri che quasi non ci vede più da quanto ha studiato”, non può avere torto, ho pensato.

Sgarbi sul Crescent era stato categorico già nel 2009: “Anche se non ne conosco ancora bene i particolari; il solo nome datogli è brutto. Ho apprezzato l’architetto Bofill, ma per questa realizzazione mi sembra non ci sia sintonia tra la città ed il mare”. Il mio ministro inpectore con il ciuffo, due anni dopo, nel Maggio del 2011, nuovamente interrogato sull’argomento, aveva definito l’edificio da “ministero sovietico” o “Staliniano”. Pochi mesi dopo, in Luglio, sullo stesso argomento lo Sgarbi nazionale dava del Crescent un parere ancora più duro: profetizzando che sarà “una delle dieci cose più brutte del mondo”.

Poi, però, Vittorio da Ferrara, missionario dell’arte, come Paolo da Tarso ha avuto anche lui la sua conversione sulla via di Damasco. Lo scorso Dicembre, sotto braccio al sindaco, Sgarbi in visita al cantiere, tra l’incredulità dei presenti, ha dichiarato: “All’inizio nutrivo qualche perplessità su un rischio di eccessiva monumentalità della struttura, invece mi rendo conto che l’opera, distribuita con questi ordini dorici, va bene. La massa si annulla e funziona perfettamente, anche grazie al motivo dorico che determina un chiaro riferimento ai templi di Paestum”.

I templi di Paestum sono a 52 chilometri da Salerno, ma non fa niente.

Sgarbi santo subito (per il Sindaco). E può sperare anche in un’opera postuma di un novello Caravaggio che immortali la sua giravolta.

I più attenti di voi ora staranno già obiettando che per valutare la bellezza delle architetture (e di altre cose) esistono già le soprintendenze. Centinaia di ministeri della bellezza sparpagliati lungo la nostre penisola. Infatti il progetto era stato sottoposto alla soprintendenza che però non ha mai risposto. Questo in effetti, è un pò strano, perchè da queste parti se provi ad aprire una finestra per areare il gabinetto senza autorizzazione paesaggistica, commetti cinque/sei reati penali. Se però costruisci un edificio alto trenta metri, lungo trecento per un totale di 90000 metricubi di volume, nessuna procura muove un dito. Per questo dopo decine di ricorsi, in assenza del ministero della bellezza/bruttezza, è dovuto intervenire il solito giudice del Consiglio di Stato che in una stringatissima relazione di 103 pagine è riuscito a non risolvere nulla. Per la gioia del dono della sintesi e del Sindaco.

Complimenti a questo Giudice, candidato anch’egli alla santità. Prima di subito.

In realtà, nel caso del Crescent  di Salerno, come in tanti altri casi sparsi in giro per il paese, la bellezza non è mai tenuta troppo in considerazione. Sia quella che, eventualmente, si costruisce, sia quella che si distrugge. Così vanno le cose in questo paese al contrario.

Inoltre credevo di averne sentite abbastanza sulla vicenda, finché oggi leggo sul giornale un’intervista all’assessore all’urbanistica di Salerno. Un architetto.

Il giornalista lo incalza: “Il Crescent è brutto”. E lui, micidiale: “il dibattito bello-brutto è superato da tempo. Siamo nella fase finale, non consentiamo a nessuno di fare attività interdittiva”.

Gradi di Santità anche all’assessore, se li merita. E candidatura al premio “come se fosse antani” 2014 per il concetto di “attività interdittiva

E siccome il dibattito è superato, anzi non è mai iniziato, forse anche il ministero della Bellezza e/o Bruttezza sarebbe inutile. Infatti nè Giorgio nè Matteo hanno deciso di inserirlo nella lista.

Nessun Ministero della Bruttezza quindi, solo brutti ministri (come al solito).

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