5 PERSONE CHE SI INCONTRANO AL CENTRO SCOMMESSE

scommesseDa quando sono piuttosto stabilmente in città, ho deciso di seguire il campionato di calcio e la champions league presso il centro scommesse. Precisamente una sala “Intralot” dotata di schermo a 48 pollici, 6 sedie con schienale e 4 sgabelli alti; per un totale di 10 posti seduti e almeno 30 in piedi. Si tratta di una condizione piuttosto agevole, specie dal punto di vista economico, tuttavia la compagnia, che ovviamente non si può scegliere, non è sempre di eccellente qualità.

Premesso che nella sala scommesse non esistono forme di vita di sesso femminile, ecco le cinque principali tipologie di persone che vi si incontrano.

–        Il Ludopatico: Raramente lo scommettitore patologico è vittima del calcio. In genere gioca alle slot machine o ai cavalli; per lui “il pallone” è solo un diversivo tra una TRIS ed un’altra. La caratteristica principale del L. è la sua persistenza: presiede stabilmente il centro scommesse anche 18 ore al giorno, con umore alterno, passando da momenti di eccitazione a gravi crisi depressive. Essendo fondamentalmente un solitario, la folla lo inquieta e disorienta, ragion per cui raramente intrattiene rapporti con i presenti, lo fa solo se li riconosce affetti dal suo stesso disturbo; inoltre il vizio del gioco non è l’unico che lo perseguita; si stima che con 100 ml di whisky un L. possa restare sedato, in stato catatonico, anche per tre ore, sufficienti per un’intera partita, supplementari compresi.

–        L’Eccitato: Ogni sala scommesse che si rispetti ha nel suo organico questo personaggio a metà tra la mascotte e la pecora nera. L’E. è generalmente un giovane in giubbino e scarpe da ginnastica che si agita senza sosta come in preda all’effetto di una striscia di cocaina. L’E. è un finto esperto di calcio, millanta continuamente vincite che variano dai 10 al milione di euro, inoltre si vanta anche di saper gestire clamorosi imprevisti grazie a strategiche “coperture” e colpi di genio che riesce ad attivare solo grazie alle sua iperattività. Segue la partita sempre in piedi, passando e ripassando davanti allo schermo e facendo la spola continua dallo sportello alla sala. Controlla decine di bollette che pretende di mostrare a tutti. E’ assolutamente molesto e può essere smorzato solo grazie all’intervento del personaggio seguente.

–        L’Esperto: Di solito è un anziano, o se è giovane sembra comunque anziano. Occupa sempre una delle sedie in prima fila e non si capisce mai se è perché è arrivato in anticipo o se, per rispetto, qualcuno, appena lui arriva, gli cede il posto. Fa una sola scommessa, inaspettata e secca, in genere con una quota piuttosto interessante, e silenziosamente si concentra unicamente su quella. A volte, durante la partita, altri scommettitori gli si avvicinano mostrandogli dei piccoli fogli a cui lui concede sguardi fugaci ai quali abbina impercettibili movimenti del capo. Nel corso del gioco si lascia andare pure a brevi commenti, in genere molto tecnici, su aspetti  misteriosi, tipo teorie complottistiche o secondi fini dell’arbitro. Può diventare molesto solo se insistentemente contraddetto, in tal caso perde la pazienza minacciando l’interlocutore anche fisicamente. E’ in grado di calmierare l’eccitato fulminandolo con una terribile intimidazione al limite della condotta mafiosa. Altri anziani, non esperti, con scommesse povere e tristi, trascorrono intere giornate in sala scommesse, paralizzati sulle sedie, poiché sfrattati da mogli feroci o vedovi.

–        Il professionista: E’ il più classico dei frequentatori di sala scommesse. Non si capisce mai per quale squadra tenga, molto probabilmente non gliene frega niente di nessuna squadra in particolare, lui desidera solo la vincita della sua scommessa. Trattandosi di un professionista elabora scommesse molto complesse che contemplano fino a 15 risultati differenti riguardanti anche 4 sport diversi. La sua dotazione è completata da uno smartphone collegato con i risultati in tempo reale di qualsiasi competizione sportiva che si sta svolgendo in quel momento sul pianeta terra, che lui consulta con frequenza ossessiva. Lo si riconosce perché gioisce o si dispera improvvisamente, senza nessun apparente motivo, oppure perché intorno all’85esimo chiede se si può cambiare un po’ il canale e guardare il finale di Fulham-Aston Villa (serie B inglese) partita dalla quale dipende il successo della sua ultima bolletta.

–        Il Tifoso: Costui farebbe tranquillamente a meno di guardare la partita al centro scommesse, se avesse un abbonamento alla pay-tv a casa. In genere il T. non scommette, oppure se lo fa è solo per sentirsi parte del gruppo o per paura che il titolare della sala lo allontani. Essendo un tifoso, comunque, non scommetterebbe mai contro la sua squadra del cuore, tranne episodi di forte scaramanzia. Il T. compare in sala solo in occasione di gare della sua squadra, dove incontra altri tifosi come lui, dei quali ha imparato i nomi per pura empatia. In genere il T. è una persona silenziosa che si concentra molto sulla partita, con picchi di ansia in caso di calci di rigore o nei minuti di recupero. Il suo più grande desiderio è che tutti seguano l’incontro nel suo stesso religioso silenzio. Esistono, purtroppo, anche tifosi rumorosi e litigiosi, in grado di discutere per venti minuti su un presunto fuorigioco, inserendo nella diatriba fantomatici rigori non dati risalenti anche a dieci anni prima.

(A solo titolo di cronaca, preciso che quest’ultima è la categoria alla quale appartengo, almeno per adesso).

L’umanità presente al centro scommesse getta un’ombra inquietante sul processo evolutivo dell’uomo. A mio parere, e lo dico alla luce della mia esperienza personale, il centro scommesse potrebbe rappresentare il modello di studio più raffinato della società contemporanea al maschile, molto più affidabile dei riferimenti attuali che sono: alcuni filosofi/sociologi, l’ISTAT e il programma televisivo “Uomini e donne”.

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