IL VERO “SBLOCCAITALIA”

il vero Sblocca ItaliaIl recente decreto “Sblocca Italia” ha deluso le aspettative degli architetti, i provvedimenti non sono stati ritenuti sufficienti a rilanciare il settore dell’edilizia. Tuttavia non sono ancora emersi i retroscena del consiglio dei ministri durante il quale sono stati definiti i princìpi del decreto. Le intenzioni del governo erano molto più sovversive ma molte idee si sono scontrate contro potentissime lobby che hanno depotenziato la legge rendendola inadeguata.

Siccome mio cugino ha sposato la sorella di un barista che conosce il garzone che porta i caffè a Palazzo Chigi (e che puntualmente origlia) posso dirvi, in esclusiva, i cinque provvedimenti più rilevanti che, purtroppo, sono stati accantonati. Si tratta di retroscena sensazionali, che finora non sono trapelati.

Eccoli nel dettaglio:

–          L’articolo 15 bis anche detto “Tana libera tutti”: Caldeggiato dalla corporazione dei cementisti e concepito in continuità con il decreto “Franceschini” (che consente il libero accesso ai musei e ai siti archeologici nazionali la prima Domenica del mese) prevedeva, in alternativa, che l’ultimo sabato del mese, in edilizia, valeva tutto. Cioè nel corso di quel giorno ogni mese, venivano sospese tutte le norme urbanistiche, ritornando alla legislazione del 3000 avanti Cristo. In quelle 24 ore, quindi, si sarebbe potuto costruire ciò che si vuole e dove si vuole. Anche su suolo demaniale, basta non farsi scoprire e completare l’opera entro la mezzanotte. Nel caso si venisse scoperti in flagranza, il trasgressore è costretto a rimettere tutto in ordine e anche a dare una mano di bianco. In compenso non scattava nessuna diffida e poteva riprovarci il mese successivo, fino ad un massimo di 5 tentativi. Il provvedimento non è passato perché non ci si è messi d’accordo sulla eventuale seconda mano di bianco.

–          L’articolo 19 comma 3 meglio identificato come “un nero ogni tre”: Promosso dal sindacato dei caporali per agevolare contratti di lavoro meno opprimenti. Prevedeva che le imprese edili potessero far lavorare un operaio in “nero” per ogni tre regolari. Una sorta di premio per l’onestà. Il datore di lavoro poteva pagare l’irregolare (che diventava regolare) come gli altri o anche meno, la trattativa era privata; in caso di incidente sul lavoro, i colleghi regolari potevano allontanare il corpo fino alla prima cabina telefonica (o stazione ferroviaria, o bagno pubblico) e abbandonarlo là senza nessun problema. L’opportunità di telefonare anonimamente al 118 (da qui la scelta della cabina telefonica) veniva ritenuto facoltativo. Il provvedimento si è impantanato sulla mazzetta spettante al caporalato, che non hanno accettato il 25% della paga, giudicandola non solo troppo bassa, ma persino lesiva della loro dignità professionale.

–          Il corollario all’articolo 22 sulla concessioni: Si è molto discusso sull’opportunità di sveltire le procedure per il rilascio dei permessi di costruire. La norma prevedeva che il tecnico, giusta asseverazione, poteva scriverselo da solo e passare al Comune solo per i timbri e per annullare le marche da bollo. In caso di vincolo paesaggistico bastava una donazione al FAI. Inoltre c’era l’ipotesi di istituire l’immortalità del permesso di costruire. Lo slogan, mutuato dall’associazione dei “Compro Oro” era già pronto: “un permesso di costruire è per sempre”. Inoltre si prevedeva anche di renderli trasferibili esentasse per via testamentaria e di tirarne un pò a sorte alla lotteria di capodanno per sostenere il settore delle scommesse. Si è opposta la lobby degli avvocati che sui ricorsi al TAR ci campa.

–          L’articolo 24 comma 3 rigo 15. L’abolizione della segnalazione certificata: Per semplificare ulteriormente le procedure urbanistiche si era pensato di andare oltre il concetto di SCIA e di introdurre il concetto di CO, ovvero della “Comunicazione Orale”. In pratica per tutti gli interventi, dalla manutenzione straordinaria alla ristrutturazione urbanistica, basterebbe dirlo ad un vigile la mattina che si iniziano i lavori. Se in giro non si riesce a trovare un vigile (che non ne trovi mai uno quando ti serve !), andava bene anche un ausiliario al traffico o il postino (che comunque, ad una certa ora, passa). Con le stesse modalità andava comunicata anche la fine lavori, mentre per il collaudo bastava un selfie pubblicato sul profilo facebook del committente. A questo provvedimento si sono opposti dapprima i vigili, poi anche i postini, mentre il sindacato degli ausiliari del traffico si era detto disposto a trattare in cambio di un bonus mensile.

–          Articolo 33 sugli incentivi eco-compatibili: Per dare una grande spinta all’installazione di pannelli fotovoltaici e pale eoliche il governo aveva pensato di elevare lo sgravio fino al 120%. Chi decideva di passare all’eolico o ai pannelli solari dunque, non solo veniva completamente rimborsato ma riceveva anche un po’ di soldi extra di incoraggiamento. Ma non solo, per incentivare i comportamenti ecologici, a chi si convertiva all’eolico veniva donato in omaggio anche un set di scialli in finta lana merinos e un abbonamento annuale ad una linea di tram a piacere, mentre per il solare era prevista una bicicletta elettrica da città e un servizio di pentole antiaderenti ecologiche in terracotta da 12 pezzi. In questo caso è mancata solo la copertura economica, gli scialli e le pentole erano già in deposito.

L’ultimo scoop era il nome, il decreto era stato battezzato “SfasciaItalia”, pure quello modificato all’ultimo.

 

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