L’ARTE (IG)NOBILE DELLO SCHIAMAZZO NOTTURNO

schiamazzoSe lo schiamazzo notturno diventasse, prima o poi, disciplina olimpica, teneteci presente. Noi ci siamo. Si scopre ogni giorno, anzi ogni notte, di più, come il nostro territorio esprima degli assoluti fuoriclasse della materia, che esercitano e si esercitano con frequenza quotidiana, migliorando, affinando la propria tecnica ed abilità.

Lo schiamazzante professionista, specie vivente di mammifero infestante, generalmente adulto, si insedia solitamente in centri abitati dove ravvisa atteggiamenti anarchici e conseguenti grosse dosi di tolleranza. Qui trascorre alcuni mesi dell’anno che egli ama chiamare “ferie”, dando per scontato che tutto il mondo intorno a lui sincronizzi qualsiasi attività umana in modo tale da consentirgli di consumare tale periodo nelle condizioni che meglio gli aggradano. Sotto questo punto di vista si può considerare quella dello schiamazzante un’attività “stagionale”.

Esistono due tipologie di schiamazzanti, lo Schiamazzante Motorizzato (S.M.) e lo Schiamazzante Pedonale (S.P.). Il primo produce una quantità di decibel maggiori ma per durate brevissime: passaggi con moto truccate, clacson inutili, stereo con volume da discoteca, sgommate ingiustificate. In rari casi lo S.M. aumenta la durata dello schiamazzo parcheggiando auto con il motore ingolfato e ripetendo ad libitum prove di accensione, ma si tratta di casi isolati. Lo S.M. solitamente non ha orari predefiniti, opera in tutte le ore del giorno e della notte con la medesima nonchalance. In genere lo si combatte con i verbali della “stradale”.

Maggiore attenzione va conferita allo S.P.: questi durante il giorno conduce una vita tutto sommato regolare, tale da consentirgli la mimesi in situazioni di normale socialità. Tuttavia un occhio, anzi un orecchio, ben allenato, riconosce lo S.P. anche durante il giorno, ad esempio in spiaggia o al bar dal volume e dal timbro della voce; nonché da alcuni atteggiamenti di menefreghismo acuto, come occupazioni abusive di spazio pubblico, richiami da foresta balcone-balcone tipo Tarzan o raduni improvvisati che causano il blocco della circolazione su strade carrabili e non. Ma l’habitat naturale dello S.P. è la notte, preferibilmente fonda, quando comincia a praticare lo schiamazzo, esercizio che inizia di solito intorno alle 1.30-2.00 e, se non opportunamente allontanato, può durare fino all’alba, ovvero quando viene sovrastato da nuovi schiamazzi di natura istituzionale. Lo S.P. pratica la sua arte posizionandosi in spazi semi-aperti circondati da abitazioni, dove dormono cittadini ignari, preferisce le piccole piazze, i cortili o meglio ancora le scale dei condomini dove può provare il virtuosismo dell’effetto eco.

In genere lo S.P. si muove in gruppi almeno da tre unità, potrebbe praticare anche in coppia ma in questo caso c’è il rischio che lo schiamazzo possa avere momenti di improvvisi black-out, il che sarebbe una grave lacuna, in quanto una delle caratteristiche del vero schiamazzo è la sua soluzione di continuità. Esistono anche forme di famiglie schiamazzanti, composte da padre, madre e figli, ma sono rare; più frequente è il caso di accoppiamento tra famiglie schiamazzanti: fratelli, zii, cugini, nipoti con l’aggiunta dei celeberrimi frati-cugini che conferiscono allo schiamazzo un grado di eccentricità che può fare la differenza.

I temi di discussione dello schiamazzante sono vastissimi: si va dal calcio mercato, alla qualità del cibo fino a questioni strettamente personali come malattie o tradimenti. In caso di temporanea assenza di argomenti, lo S.P. può aiutarsi con attrezzature da gioco quali carte napoletane, videogame o attività ricreative di solito manuali che contemplano l’uso di tavolini, sedie o cartelli stradali. L’uso del pallone è riservato allo S.P. adolescente che però ha un iperattività maggiore, quindi pratica per meno tempo e di solito mai oltre le 1.30/2.00.

Dallo S.P. è pressoché impossibile difendersi, gli abitanti dell’area sottoposta a schiamazzo trascorrono estati pessime, fatte di notti insonni, presentandosi distrutti al lavoro il giorno dopo. Quando si affacciano al balcone o alla finestra rimproverando il gruppo di schiamazzanti, vengono il più delle volte derisi o accusati di pigrizia, neanche la consueta minaccia “chiamo i carabinieri” sortisce più i suoi effetti. Alcuni provano a farsi giustizia da soli, utilizzando espedienti quali il secchio d’acqua e le pietre di modeste dimensioni o scendendo in strada armati di scope o bastoni (più raramente si ricorre alle armi da fuoco). Ma in genere lo S.P. è dotato di buona corsa e comunque è sempre in numero maggiore quindi in grado di opporre resistenza.

L’unica soluzione spendibile sul medio-lungo periodo è l’innesco di comportamenti virtuosi da parte delle autorità che almeno nel periodo di stazionamento degli schiamazzanti possono limitare quegli esempi negativi che generano fenomeni emulativi, tipo: raccolta del vetro e/o ridisegno delle strisce pedonali alle sei del mattino, lavori stradali alle tre del pomeriggio e feste danzanti fino all’alba.

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