Una delle controindicazioni del mestiere dell’architetto è la sua assoluta dedizione alla causa, non solo per sua volontà, ma soprattutto per il desiderio e l’invadenza degli altri.
Ci sarebbe un solo giorno durante il quale l’architetto potrebbe staccare, rilassarsi e dimenticarsi di essere tale, questo giorno è il festivo per eccellenza, quello durante il quale anche Dio fece pausa: la domenica. Ovviamente non tutti gli architetti, immersi fino al collo nel lavoro e nelle conseguenti responsabilità, sanno isolarsi e dimettersi dalle proprie competenze almeno per quelle 24 ore. Ci vuole impegno, dedizione, ma anche tecnica ed organizzazione.
Ecco un piccolo decalogo di sopravvivenza per la domenica dell’architetto.
1) Allontanarsi il più possibile dal luogo ove si esercita la professione, tracciando un raggio di 2 km. dall’epicentro lavorativo che in genere può essere individuato con l’indirizzo del proprio studio professionale e posizionandosene all’esterno. Nel caso sia impossibile migrare fisicamente, l’architetto abbia cura di evitare anche il solo passaggio in prossimità delle abitazioni dei propri clienti o dei cantieri in corso. Sconsigliate chiese, pasticcerie o bar di quartiere, in caso di necessità si può provvedere ai beni di prima necessità inviando un familiare o, se non se n’è in possesso, recandosi al bar dell’autogrill.
2) Per allontanarsi dal luogo di lavoro è molto utile praticare, o far finta di praticare, uno sport, ma va bene anche un semplice hobby, in luoghi bucolici, possibilmente lontani da ripetitori di telefonia mobile. Come hobby ad esempio è ideale la pesca al fiume o la raccolta dei funghi nei boschi, per gli sportivi si consigli la corsa-trail per sentieri di montagna, la canoa d’altura e l’alpinismo. Vanno bene anche le immersioni
3) Evitare di partecipare a qualsiasi incontro di natura pubblica tipo tagli di nastro per strade, piazze o centri anziani, ma anche per la più meritevole delle iniziative di beneficenza (tipo “domeniche verdi” o piantagione di alberi) per il rischio altissimo di imbattersi in colleghi o politici falsi come le rose al semaforo. Pericolosi anche gli inviti a presentazioni di libri, inaugurazioni di negozi o anniversari. Sono da considerarsi a rischio anche i matrimoni, i funerali e le visite di condoglianze.
4) Non cedere alla tentazione di fare il classico passaggio allo studio neanche per prendere il solito cavetto del cellulare dimenticato o per mettere un po’ in ordine. In genere il passaggio dell’architetto allo studio genera una valanga di impieghi da “giusto un minuto e vado via” che culmina con il cliente che vedendo la luce accesa sale su un attimo “solo per salutare”, e a quel punto la domenica diventa un mercoledi come tutti gli altri.
5) Non commettere il gravissimo errore di portarsi lavoro a casa, di qualsiasi tipo, neanche una piccolissima relazione da leggere. Pericolosa anche la consultazione di riviste di settore, accatastate sulla scrivania in attesa di essere quantomeno sfogliate. Tra le pubblicazioni per addetti ai lavori si ritengono incluse sia quelle specialistiche da 20 euro ad albo sia quelle allegate ai quotidiani ed incluse nel prezzo di quest’ultimo.
6) Non accettare inviti a pranzo e/o a cena da amici che potrebbero avere abitazioni da ristrutturare, pratiche catastali da sistemare o investimenti immobiliari in previsione; valutare con cautela anche gli inviti di parenti specie se non di primo grado (zii, cugini ecc.) per lo stesso motivo di cui sopra. Stabilire regole precise anche per i pasti con genitori e fratelli, ai quali è dovuta la consulenza ma per una durata non superiore ai 10 minuti che possono essere collocati tra la consumazione del dolce e la degustazione del caffè. In questo caso, tenere presente che nell’immediatezza del dopo-pranzo l’attendibilità delle consulenze dell’architetto cala di molto.
7) Non cimentarsi in nessun lavoro di bricolage in casa, specie quelli riguardanti gli infissi, gli impianti idraulici e la tinteggiatura, operazioni durante le quali, inevitabilmente viene fuori l’istinto creativo dell’architetto o la tentazione di chiedere consulenze volanti ad amici manovali, artigiani o impiantisti, che sfocerebbero in interminabili diatribe telefoniche peraltro difficilmente districabili in giorni festivi.
8) Non farsi tentare o trascinare presso quelle note aziende di mobilia che allestiscono favolose quanto fantomatiche offerte “fuori tutto” solo per il week-end, idem per quanto riguarda gli elettrodomestici, che poi si finisce per prendere misure per tutto il giorno ad ogni angolo della casa elaborando un migliaio di soluzioni. Tollerate gite all’ikea ma solo per potersi imboscare e quindi addormentarsi nel reparto materassi o per pranzare con le mezzepenne rigate alla salsa di pomodoro a 1.99.
9) In caso di improcrastinabili incontri sentimentali preferire quelli di natura abusiva, che si svolgono preferibilmente in auto presso parcheggi interrati di centri commerciali o in camere di motel sull’autostrada ma almeno a 100 km dal luogo di residenza. Nel caso di relazioni occasionali non rivelare al partner di svolgere la professione di architetto, ma piuttosto mentire, rimanendo nel vago.
10) Non cedere alla tentazione, neanche a tarda sera, di preparare borse o attrezzature per sopralluoghi o viaggi di lavoro del giorno dopo. Anzi, per non rischiare, evitare di pianificare qualsiasi appuntamento di lavoro per il lunedi, se possibile sforzarsi di considerare il lunedi ugualmente un giorno pseudo-festivo.
Gli architetti più rilassati, osservatori ortodossi del decalogo, riescono persino a vivere la domenica come se non ci fosse mai più un lunedi successivo.
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