IN COSTA D’AMALFI IL POLLO-TURISTA E’ DA SPENNARE

I nostri amministratori dovrebbero andare più spesso al mare. Non al mare locale però, che andassero un po’ in giro per l’Italia e il mondo. In primo luogo perché non ci vanno mai e il mare fa bene e in seconda istanza per comprendere che ci sono anche altri sistemi per gestire il turismo balneare.

Prima di qualche anno fa non facevo vacanze di mare, perché ritenevo che quelle in paese fossero già sufficienti. In realtà la costa d’Amalfi, a Luglio ed Agosto, è la peggiore vacanza di mare che si possa pensare di fare. Un vero incubo psicologico ed economico.

Torno dalla Sardegna, precisamente dal sud ad est di Cagliari. Un’area dove il rispetto e la protezione della natura è un fatto concreto e non una frottola ad uso dei politici. L’area è riserva marina: le imbarcazioni a motore non possono avvicinarsi alla riva e comunque non possono superare una certa velocità, anche la pesca è regolamentata severamente.

Ma soprattutto quella è una zona dove si può godere della bellezza del mare senza sentirsi un pollo da spennare in qualsiasi circostanza e condizione. In primo luogo le concessioni demaniali sulle spiagge occupano una superficie assolutamente modesta. Dove esiste non vi sono costruzioni sulla spiaggia, ma solo piccoli gazebo con i servizi strettamente necessari. In alcune spiagge, tra l’altro meravigliose, non esiste nessuna occupazione privata, ci sono chilometri di spiaggia assolutamente liberi. I divieti sono ridotti al minimo. Le persone si organizzano anche per passare giornate intere al mare, ma trovano un posto meraviglioso e si preoccupano di lasciarlo così com’è. Perché la civiltà si propaga per induzione non per costrizione.

Non esiste l’eventualità che il mare sia sporco. Le immagini che vedete sulle cartoline della Sardegna non sono ritoccate, il mare è davvero così.

Per raggiungere le spiagge, spesso, vi sono piccole strade sterrate che terminano in uno spiazzo, tuttavia il parcheggio, nella maggior parte dei casi, è gratuito. A Costa Rei, catalogata da Lonely Planet come una delle 10 spiagge più belle del mondo, la tariffa è di cinque euro per l’intera giornata. Il costo più alto rintracciato. I sardi sono persone accoglienti: i negozianti, gli albergatori, gli autisti degli autobus si sono mostrati sempre disponibili ed educati. A Villasimius, la località più turistica della zona, si può pranzare o cenare, molto bene, ad un prezzo onesto.

Sempre a Villasimius esiste un servizio di trasporto interno con una navetta che per tutto il giorno gira per le spiagge. Quando la navetta è piena, ne arriva un’altra per non lasciare nessuno a piedi.

Qui mi fermo. Credo che questi argomenti siano sufficienti per fare un parallelo.

In costa d’Amalfi le concessione demaniali occupano il 90% della superficie delle spiagge. Alcuni posti incantevoli come il borgo di Erchie sono stati letteralmente violentati tanto da renderlo un luogo inaccessibile. Alle baraccopoli degli stabilimenti balneari che occultano la vista del mare per buona pace delle soprintendenze, si sono aggiunte le decine di autorizzazioni per il noleggio di sdraio e ombrelloni. Ogni centimetro quadro di sabbia è alla mercé dell’arroganza e della maleducazione di operatori senza scrupoli, pronti a sistemare lettini anche sulla battigia. Per non parlare delle decine di natanti: canoe, pattini, barche pronte al noleggio, che occupano gran parte dello specchio d’acqua balneabile. Si offrono servizi che nessuno ha mai chiesto, tipo piscine a pochi metri dal mare: una stupidaggine senza senso.

Questa occupazione militaresca della spiaggia cancella la bellezza della costa, tutto quello che si percepisce è un esercito di attrezzature dalle quali mungere denaro.

Da noi che il mare sia pulito o sporco è un fattore quasi casuale. Siamo costretti a utilizzare stratagemmi come i “serpentoni galleggianti” inventando scuse quali le correnti. Le correnti ci sono ovunque, in Sardegna almeno il triplo che da noi. In costiera, specie nel weekend, motoscafi, yacht e gommoni, sfrecciano a velocità folli anche a pochi metri dalla spiaggia. Per cavarsela in una gita in pedalò servirebbe la patente nautica. Sempre in virtù della connivenza pubblico-privato, sbocciano campi boe ovunque, in ognuna delle insenature più suggestive della costa. Di contro ci vantiamo che il tale vip abbia scelto la costiera per ormeggiare la sua barca, che poi scarichi in mare rifiuti e benzina, quello non conta. Con queste condizioni il nostro mare è sempre meno pescoso, a volte le reti vengono sistemate persino a ridosso degli scogli.

Sul parcheggio non me la sento di infierire. La costa d’Amalfi ha poco spazio per le autovetture, ma questo non giustifica le tariffe praticate. Sindaci che si sentono De Gaulle, sono pronti ad inventarsi sempre nuovi parcheggi interrati o a cielo aperto. Intanto si paga anche cinque euro per parcheggiare un’ora (o anche meno) un’autovettura, che tecnicamente è una rapina. D’altronde non ci sono molte alternative: il nostro servizio di trasporto è comparabile a quello di un paese nordafricano (e non me ne voglia il nordafrica), ogni volta che vedo un autobus della SITA viaggiare come un carro merci per bestie, mi vergogno come un ladro.

Infine vorrei spendere una parola anche per la città di Cagliari, che la mattina del 10 Agosto, un Mercoledì, era colma di turisti che affollavano i locali sotto i portici. Molti erano diretti alla spiaggia del Poetto, che è una vera meraviglia per posizione e qualità del mare (ed è ovviamente gratis).

Stamattina ero a Salerno. La città, che il governatore De Luca non esita a definire europea, era deserta. Una fila di auto viaggiava in uscita verso sud, sul lungomare solo alcuni clochard distesi sulle panchine e anziani con il cane. Le spiagge, ovviamente tutte lottizzate e ben recintate, erano bagnate da un mare di un inquietante color verde bottiglia.

Non sono qui per magnificare la Sardegna e crocifiggere la nostra costiera.

L’area a sud est dell’isola ha i suoi problemi. L’apertura di un centro di accoglienza a Solanas ha riversato in quei luoghi centinaia di extracomunitari senza né arte né parte. Il paese di Villasimius è un coacervo di case basse costruite con pessimo gusto, molte delle quali sono rimaste persino incomplete (ma gli scheletri di case abusive esistono, eccome, pure da noi). Il programma degli eventi estivi non presenta nessuna eccellenza.

La varietà paesaggistica della nostra costa d’Amalfi è assolutamente superiore, in estate si tengono spettacoli di rilevanza internazionale e in ambito gastronomico sappiamo stare su livelli altissimi. Esistono anche da noi, albergatori e ristoratori straordinari e operatori del turismo onesti.

Ma questo non basta: a chi ama il mare non consiglierei mai di trascorrere neanche una sola settimana in costa d’Amalfi tra Luglio ed Agosto.

La sensazione, formatasi viaggiando, che il nostro turista sia un pollo da spennare è assolutamente nitida e precisa.

(nell’immagine un’opera di F. Tafuri)

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