IL SEMAFORO DEGLI DEI

semaforoLa costa d’Amalfi potrebbe essere ben rappresentata dalle foto che migliaia di turisti inviano ai loro amici durante le vacanze trascorse in questo paesaggio meraviglioso, oppure dai versi dei tanti poeti o cantautori che qui hanno composto splendide melodie. Magari da alcune opere dell’ingegno umano come le antiche cartiere o il Duomo di Amalfi. Invece oggi la cartolina più eloquente che rappresenta la nostra costa è quella di un semaforo.

Ce ne sono diversi che possono gareggiare ma il premio va a quello che si trova nel Comune di Cetara tra i km. 45 e 46. Da ora in poi, lo chiameremo il semaforo degli Dèi, simbolo degli strumenti inutili.

Venne alla luce in seguito ad un piccolo smottamento avvenuto almeno 8 mesi fa ed abilmente tamponato con degli assi e una staccionata, questo elegante semaforo a ruote con catena per evitarne la sottrazione. Sembra un semaforo innocente, collega e analogo di tanti altri semafori in giro per il mondo, tuttavia l’esemplare ha notevolissime virtù che gli consentono, in alcune ore estive, l’impresa di prendere in ostaggio decine di automobilisti, il tutto con il minimo sforzo e in completa agilità.

Ecco le cinque caratteristiche principali del semaforo degli Dèi:

1)      L’inutilità. Non serve a niente. Se da un momento all’altro ci fosse un nuovo smottamento, il terreno invaderebbe comunque la strada; che in quel momento si transiti su una sola corsia non fa nessuna differenza. Se invece il pericolo di smottamento fosse reale, la strada andrebbe chiusa. Inoltre la recinzione è talmente poco ingombrante che consentirebbe comunque il passaggio contemporaneo di due autovetture, quindi è inutile due volte.

2)      La pericolosità: Siccome molti motorizzati oramai hanno compreso la caratteristica precedente, il segnale del rosso viene spesso violato, specialmente dalle moto, esponendo sé stessi ed altri ad un frontale.

3)      La stupidità: Non essendo un semaforo vigilato, ha tempi di arresto sempre identici da entrambi i sensi di marcia e quindi non gli interessa se da un lato c’è una coda di 3 km e dall’altro neanche un automobile.

4)      La longevità: Per quelle che sono le premesse potrebbe vivere altri anni, beatamente, con il suo alternarsi di verde-giallo-rosso, notte e dì, 365 giorni all’anno. Cambierebbero “i regni, le stagioni, i presidenti, le religioni, gli urlettini dei cantanti” (cit. Battiato) ma quel semaforo resterebbe sempre al suo posto.

5)      L’assurdità: Dove prima c’era del terreno smottato e qualche pietra, dopo 8 mesi non è rimasto nulla. Non che qualcuno lo abbia portato via, non sia mai; sono stati il vento e la pioggia a pulire la strada e quindi non si comprende cosa dovrebbe recintare quello steccato.

Dal punto di vista turistico è un peccato che ancora non sia stato valorizzato il semaforo degli Dèi, andrebbero organizzati tour per mostrare l’eccellenza dell’oggetto, spiegando con cura le virtù di cui sopra. Andrebbe anche detto che pure paesaggisticamente oramai i semafori si integrano bene con il paesaggio costiero: il giallo del supporto metallico da un sapore più tropicale alla natura circostante.

Anche socialmente il semaforo degli Dei ci offre un interessante spaccato delle coscienze dei costaioli e dei turisti: la pazienza, la rassegnazione, talvolta il menefreghismo sono tutte doti che, allenate per anni, ora, orgogliosamente, si mostrano.

Infine e viceversa, dal punto di vista economico-politico, la vicenda del semaforo degli Dèi, come pure quella di altri suoi colleghi attigui, meriterebbe maggiore approfondimento. D’altronde durante la coda è automatico farsi alcune domande. Tipo: “quando un mini-mini smottamento necessita di un nuovo semaforo, viene indetta una gara per la fornitura ?”. “Il noleggio di questo semaforo quanto costa ?”. “Chi ci guadagna se un semaforo resta per così tanto tempo su una statale ?”, ma soprattutto: “chi lo paga questo semaforo ?”.

Solo di quest’ultima domanda, temo di conoscere la risposta.

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