UN SUSSIDIO PER GLI ARCHITETTI POVERI

Dopo i primi provvedimenti del neogoverno, qualche categoria professionale e sociale ha sollevato obiezioni ritenendosi ignorata. Tuttavia voglio tranquillizzare tutti i poveri del nostro paese: è in arrivo per ognuno di loro una nuova lenzuolata di norme per aiutarli a sopravvivere in questo momento così drammatico. Il prossimo consiglio dei ministri si occuperà, dunque, delle persone più disagiate e cioè: i disoccupati, i pensionati con la minima e gli architetti.

Alle prime due categorie sarà offerta la possibilità di andare e/o tornare a produrre in solide forme di lavoro protetto (che stanno ancora cercando ma che sono tutti ottimisti di trovare), mentre per gli architetti che  un lavoro, in teoria, già ce lo avrebbero, è allo studio, attraverso una complessa trattativa tra il ministro e i rappresentanti sindacali che non esistendo fanno fatica a trattare, una forma di sussidio alla quale mancano oramai solo gli ultimi particolari.

Comunque, siccome la notizia gironzola già nei corridoi del dicastero, val la pena renderla nota: è in arrivo una social card per architetti bisognosi. Sulla scorta del provvedimento già attuato qualche anno fa che così tanto successo ottenne, gli architetti esibendo la loro proverbiale dichiarazione dei redditi da fame, potranno recarsi alle poste e richiedere la “Deprived Architects Social Card”. Questa, che già si presenta con un affascinante design, in un formato tascabile e plastificata per resistere agli “urti della vita”(cit.), avrà scadenza mensile e, se non ne decadono le condizioni (che sicuramente non decadono), verrà ricaricata automaticamente.

Grazie alla DASC gli architetti potranno accedere a benefici presso diversi esercizi commerciali, per un totale di 350 euro, così suddivisi:

Al supermercato: 125 euro di spesa ma solo sui prodotti già scaduti e distrattamente dimenticati sugli scaffali.

Al negozio di abbigliamento e calzature: 50 euro ma solo negli esercizi di importazione cinese

In farmacia: 40 euro, ma valide solo per le Zigulì, la crema per le mani, i preservativi (o il diaframma) e la bilancia pesa persone (quella che si trova all’ingresso).

Al distributore carburanti: 35 euro di gas metano in comode mini bombole da campeggio.

In pizzeria: 30 euro giuste giuste per due margherite e una capricciosa. Bevande a parte.

Dal parrucchiere: 30 euro per taglio di capelli, shampoo, barba, colore e/o depilazione in genere

Al Compro Oro: 25 euro per tentare di riscattare qualche catenina già impegnata.

In edicola: 10 euro da spendere in quotidiani del giorno prima, cd o dvd difettati, fumetti TEX e riviste hard.

Alla Sala scommesse: 5 euro, estrema ratio, per provare la fortuna con i “gratta e vinci”, le slot machine o la TRIS.

Se tutto andrà per il verso giusto, se i parrucchieri cederanno sulla tinta e il manicure, i geometri non bloccheranno il catasto e gli ingegneri non faranno ostruzionismo, la Social Card per architetti indigenti, dovrebbe andare in vigore già a Giugno.

(tratto da “L’Architemario – volevo fare l’astronauta” Overview ed., 2014)

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