L’ARCHITETTO E L’ARTE DELLA MENZOGNA PROFESSIONALE

bugiaContrordine: secondo le ultime indicazioni, mentire non è più considerato un vizio. Anzi per esercitare una professione di tipo intellettuale è considerato un valore aggiuntivo. Alcune professioni fanno, infatti, della frottola la propria ragione d’esistenza. In una classifica virtuale dell’esercizio professionale dell’arte della menzogna è senza dubbio l’avvocato a posizionarsi al primo posto, mentre ultimo si piazza l’ingegnere, le cui bugie vengono puntualmente smentite dalla precisione matematica (di altri ingegneri più onesti).

Ma a che posizione di questa classifica si situa l’architetto, con la sua personalità da pavido romantico, in equilibrio tra la rigidità della scienza e la poesia dell’arte ?. Gli studiosi sostengono che l’architetto non abbia la struttura fisica e psicologica per supportare con efficacia una bugia, per questo motivo le sue sono sempre menzogne con gambe cortissime modello Magalli.

Ma ecco le cinque tipologie di menzogne tipiche dell’architetto:
La bugia al fornitore: Sommerso da sollecitazioni di un infinito numero di fornitori a volte anche scadenti e assolutamente anti-economici, l’architetto può manifestare dosi di pazienza quasi illimitata, e in casi disperati lasciarsi andare a promesse di vaga natura, millantando telefonate future e grosse ordinazioni pur di sfuggire alla presa. Per i fornitori davvero molesti è sempre molto utile la frase “la richiamo io” o “ci vediamo la settimana prossima”. Nei confronti di fornitori con i quali ci si è già sbilanciati si usa molto la bugia de “il committente ha problemi economici” o “il comune ci ha bloccato i lavori”.

La bugia al funzionario (o alla pubblica amministrazione): Si tratta di un tipo di bugia che può manifestarsi sotto diverse sembianze. Molto nota quella “scritta”: grafici ritoccati, relazioni mentitrici e fotoritocchi ingannevoli. Tuttavia si tratta di bugie a gambe cortissime poiché l’architetto nel momento stesso in cui falsifica, è già consapevole di dover provvedere ad uniformare il falso con il reale, o viceversa.

– La bugia al committente: L’architetto in alcune occasioni è davvero costretto a dire delle bugie al suo cliente. Ad esempio può mentire sui tempi di chiusura dei lavori, sul tempo in cui realizzerà la variante in corso d’opera, sulla possibilità di allargare bagni, alzare soffitti, posizionare scale ecc.. Si tratta tutte di bugie a fin di bene. Poi c’è la famosa bugia “da sfinimento”, quando all’ennesima ora di discussione, l’architetto si arrende e dichiara che il pavimento in cotto granata sta benissimo con la cucina in acciaio smaltato giallo.
La bugia in cantiere: Si tratta di un ambiente in cui capita di dire parecchie bugie, In cantiere l’architetto mente spesso con il capocantiere per impedire impreviste sospensioni dei lavori, millantando conoscenze condominiali o rassicurandolo su illeciti urbanistici perpetrati o perpetrabili. Spesso l’architetto mente per fronteggiare altre bugie, poiché il cantiere  facilmente diventa una sorta di luogo fuori controllo dove tutti, dall’elettricista al vicino di casa, possono dire qualsiasi cosa, ovviamente in assenza di un ingegnere (per i motivi di cui sopra).

La bugia in tribunale: C’è un solo luogo nel quale l’architetto è autorizzato a mentire: in tribunale. Ovviamente non quando interpreta il ruolo di perito del giudice, né tecnico di parte e nemmeno di testimone. L’unico, infatti, che ha facoltà di mentire in un processo è l’imputato, ruolo in cui l’architetto, ultimamente, si trova piuttosto di frequente. Ed è anche l’unico caso in cui l’architetto deve collaborare con grande comunione di intenti con l’avvocato che può impartirgli anche utili insegnamenti. Architetti plurimputati imparano a mentire con grande abilità, tanto da meritarsi i complimenti dell’avvocato, ma non sempre l’assoluzione del giudice.

Alla luce di queste considerazioni, l’architetto occupa una posizione di retrovia nella classifica dell’arte della menzogna professionale, che così è composta:

10°: L’ingegnere – se mente deve essere così bravo da suffragarlo con calcoli matematici, troppo faticoso, solo i veri geni ci riescono

9°: Il notaio – potrebbe anche farlo ma non gli conviene, guadagna già molto.

8°: L’architetto – per i motivi di cui sopra.

7°: Il medico – quelli non dotati di opportuno cinismo mentono per pietà.

6°: Il prete – quando non ci crede più non può certo cambiare lavoro

5°: L’allenatore di calcio – possiede oggi tutte le caratteristiche dell’intellettuale moderno; lo fa per amore, ideologia, passione, e per il contratto

4°: Il giornalista – Categoria particolarmente abile nella bugia a pagamento (al migliore offerente).

3°: Il banchiere / l’economista / il finanziere / l’assicuratore (ovvero tutta la categoria delle professioni che maneggiano denaro) – grandi specialisti nella bugia con il sorriso.

2°: Il politico – la bugia nel DNA, come talento naturale, ma il quesito è: “possiamo oggi definire il politico una professione intellettuale ?”.

1°: L’avvocato – un avvocato che non sa mentire è come un cuoco che non sa cucinare.

Il brano è stato ispirato da una conversazione con il mio avvocato, al quale lo dedico, ribadendogli che riceverà in omaggio una copia del mio libro, “L’Architemario”, solo in caso di assoluzione del sottoscritto

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