L’ALFABETO DELLA PARTENZA

aliscafoA come Amaro, il caffè di domani mattina

B come “Basta che ci sta o’mare”

C come Cartoline che non spediremo (oramai non si usano più, ma io non le spedivo già prima. L’ultima nel 1999, dalla Calabria)

D come Dormire, almeno 9 ore a notte (si dice sempre, ma è già tanto se si arriva a 7, cioè come a casa)

E come Enigmistica settimana (la compro solo una volta all’anno, però mantiene la mente giovane)

F come “Figa ce n’è ?” (interrogativo tradizionale dell’italiano medio, ovunque egli si rechi)

G come Gas sicuramente chiuso, controllato tre volte.

H come “Hai portato il phon ?”, “ma non dovevi portarlo tu ?”, “no tu”.

I come Isola

L come Lipari

M come Maestrale, che soffiava oggi.

N come Nodi di vento, circa 10.

O come Otto giorni che staremo.

P come Papà: “falla una telefonata a mamma ogni tanto

Q come “Quando ca..o arriviamo ?” (in effetti sei ore e mezza di navigazione non sono poche)

R come Ristorante “da Pasqualino” a piazza Sannazaro di Napoli, con la sua pizza a pranzo meravigliosa (e comunque Sannazaro una z sola, e non come dicono tutti, persino i cartelli, con due. Riccardo Pazzaglia docet).

S come Stiva, dove pensavamo mettessero i bagagli, invece la stiva non c’era.

T come Trolley che, quindi, erano accatastati dappertutto. Il mio, rosso, tra un sedile e una confezione in polistirolo contenente mozzarelle.

U come Ultima fermata dell’aliscafo, la nostra.

V come Vacanze, anche quest’anno ce l’abbiamo fatta.

Z come Zucchero, ce lo siamo dimenticati (e da qui la lettera “A”)

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