IL SALVINISTA

salviniIn ordine strettamente alfabetico, le nuove enciclopedie dovrebbero aggiungere all’abaco della “S”, subito prima di Stalinista, Stakanovista e Sandinista, l’accezione Salvinista. Come definizione potrebbe andare bene, per semplice analogia con i suoi illustri affini: “di chi aderisce al pensiero e si comporta identicamente a Matteo Salvini”, breve ed essenziale; tuttavia molte perplessità rimarrebbero.

Oggi il Salvinista rappresenta ben più del 12% attualmente accreditato al partito di appartenenza del Salvini, anche perché questi non ha chiaramente più bisogno di un partito politico (che tra l’altro è sparito dalle cronache politiche). Dunque il Salvinismo è già un partito a sé stante, è un modo d’essere, una specie umana alla quale molti milioni di italiani appartengono già e, a volte inconsapevolmente, vorrebbero appartenere. E’ un’identità, da documento, come il passaporto o la tessera sanitaria.

Senza scomodare ideologie, destra e sinistra, classi sociali e filosofia, in linea di massima per fare il Salvinista basta rimanere fedeli al pensiero del capo popolo Salvini. Per aderire perfettamente non servono grandi sforzi intellettuali, l’impegno mentale è pari a quello della coda alle poste. Non serve neanche studiare o aver studiato, basta possedere qualche albo dell’intrepido a casa, sfogliare il “Leggo” sulla metropolitana e guardare il tg4, ogni tanto, la sera.

Comunque per essere certi di essere sulla linea del capo ecco cinque consigli da tenere a mente per il Salvinista.

1)      Individuare sempre un nemico possibilmente inarrivabile, scelto tra i nomi collettivi più comuni, tipo: l’Europa, le banche, la Nato, i migranti, i neri, la guerra, la religione, la neve.

2)      Quando la situazione lo richiede concentrarsi su un bersaglio specifico, anche se avulso dal contesto, tipo: la Boldrini, Renzi, Obama, Marchionne, Ban Ki Moon ecc.

3)      Far intendere di avere la soluzione a qualsiasi problema e che questa sia assolutamente facile ma non viene attuata perché qualcuno del punto 1) non vuole. Esplicitarla vagamente utilizzando un vocabolario minimo, che contempli l’uso al massimo di cento parole per formare frasi coniugate tutte all’indicativo presente.

4)      Avere slanci di improvvisa tenerezza e disponibilità, recandosi, ad esempio, in luoghi teatri di tragedie, il tempo sufficiente per fare una foto da pubblicare sui social e poi dileguarsi.

5)      Avere grande quantità di tempo a disposizione per essere invitato a qualsiasi trasmissione televisiva, in qualsiasi ora del giorno, senza temere la sovraesposizione rappresentativa e neanche l’ubiquità mediatica. Litigare spesso e volentieri con altri ospiti del programma.

Il bravo Salvinista, se adeguatamente capace e agile, potrà ambire a godere anche di alcuni vantaggi dei quali beneficia il capo, e che sono, in sostanza, i desideri di ogni maschio italiano.

Ecco i cinque più rilevanti.

1)        Conquistare il cuore di una donna bella e di successo non avendo nè il fascino di Richard Gere, nè l’acume di Alberto Angela, tantomeno i soldi e gli addominali di Cristiano Ronaldo.

2)      Ricevere regolarmente uno stipendio di decine di migliaia di euro da un ente pubblico, del quale si può parlare male ogni giorno, anche pubblicamente, inoltre recandosi solo sporadicamente sul posto di lavoro.

3)      Viaggiare moltissimo, spesso in qualità di portoghese, non per nascita ma per il privilegio di non pagare il biglietto. Incontrando persone molto note, tipo il presidente degli Stati Uniti, con il quale scattare delle foto dove si sorride moltissimo e con le quali bullarsi su instagram, anche se il presidente, o chi per esso, non sa assolutamente chi tu sia. Anche perché, se lo sapesse, sorriderebbe meno.

4)      Vestirsi male ma essere di moda, lanciando uno stile pop, pur indossando un capo, ad esempio la felpa, che era già fuori tendenza negli anni ‘80.

5)      Possedere una sorta di wild card che consente la licenza di asserire qualsiasi cosa a mezzo verbale o scritto, anche vere stronzate, senza nessuna conseguenza diretta personale, né di tipo civile nè penale.

Essere un Salvinista è il sogno nascosto di ognuno di noi, godere di quei privilegi che possiede solo il Salvinista originale. Anche perché di Salvini ce n’è uno solo e quello basta.

D’altronde tutto progredisce: se Fedez ha sostituito De Andrè e Sofia Viscardi è più nota di Alda Merini, è naturale che al posto di Berlinguer ci tocchi Salvini.

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