IL RUNNER E LA MINACCIA CANINA

caneOramai lo sport più comune tra gli italiani over 30 è senza dubbio la corsa. Considerato che si tratta di un’attività bisex, ha decisamente scavalcato in numero di praticanti altre discipline dove l’inconveniente del contatto fisico spedisce puntualmente e quotidianamente decine di adulti al C.T.O.. Tuttavia correre nelle nostre città non è un esercizio agevole, la mancanza di parchi, piste sommariamente ciclabili ed aree pedonali complicano la vita del runner che spesso è costretto ad avventurarsi in statali trafficate da automobilisti distratti e motociclisti che sognano di gareggiare in motogp. Ai meno temerari restano i tapis roulant e i lungomari delle cittadine balneari, da percorrere tipo tergicristalli per decine di volte.

Il runner ha diversi nemici, oltre ai già citati auto/motociclisti, i più comuni sono le buche, i bambini con il pallone, i carrozzini, i venditori ambulanti, i marciapiedi sbeccati e le condizioni atmosferiche. Tuttavia nulla infastidisce e preoccupa un runner più di un cane con relativo padrone, e non ci si riferisce solo al semplice problema delle cacche disseminate lungo il percorso, ma all’ingombro materiale e all’incolumità fisica. Il motivo è che il runner, con la sua andatura, può spaventare il cane mentre è assolutamente indifferente al padrone.

Le situazioni, dunque, si possono presentare almeno in cinque diverse sfumature, di seguito classificate secondo la loro pericolosità.

Al 5° posto: Il padrone con il cane al guinzaglio – Si tratta della situazione più semplice e banale. In genere il podista si imbatte nel padrone con cane sempre quando percorre un marciapiede della larghezza non superiore al metro, massimo un metro e mezzo. Ovviamente il cane allunga il guinzaglio telescopico occupando l’intera dimensione del marciapiede fino a creare un ostacolo superabile solo con una perfetta tecnica di ostacolista alto o tramite manovre impervie. In genere il runner inesperto incrociando il padrone con il cane al guinzaglio spera fino all’ultimo che uno dei due si avvicini all’altro, lasciando lo spazio sufficiente al suo passaggio, nutrendo quasi più fiducia nel cane che nell’inerte padrone. Ovviamente si tratta di una evoluzione del caso che non avviene mai e quindi il runner è costretto o a fermarsi o ad invadere la carreggiata stradale rischiando di essere investito. Comunque rallentando, l’incolumità fisica, in questo caso, dovrebbe essere al sicuro. Pericolosità: moderata.

Al 4° posto – Il padrone con due o più cani al guinzaglio – E’ la complicazione del banale caso precedente. Questo perché i due cani tendono notoriamente a divergere e quindi ad occupare marciapiedi anche di larghezza superiore ai due metri. Anche in questo caso il padrone rimarrà indifferente all’arrivo del runner che avvertendo il pericolo proverà a fare cenni con le mani o ad urlare, con il risultato di provocare solo una smorfia di disturbo sul viso, altrimenti imperturbabile, del padrone che, potendo, allungherà ulteriormente ognuno dei due o più guinzagli in suo possesso. Tuttavia, sempre procedendo con cautela, in questa situazione il runner non dovrebbe rischiare l’aggressione almeno non quella dei cani. Pericolosità: sostenuta.

Al 3° posto: Il padrone con il guinzaglio ma senza il cane – In questo caso il runner intravede il cinofilo che impugna un brandello di guinzaglio che gli penzola dalle mani mentre continua a girare vorticosamente la testa in ognuna delle direzioni alla ricerca del suo cane avventatamente liberato, quindi scappato e di conseguenza potenzialmente in grado di piombare sulle gambe del runner da un momento all’altro. Il podista incrocia il padrone abbandonato con il terrore che improvvisamente il cane invisibile, in un impeto di affetto o di protezione gli piombi tra le gambe con esiti imprevisti. Rischio fisico presente. Pericolosità: notevole.

Al 2° posto: il cane senza padrone (tecnicamente il cane randagio) – Il randagio costituisce sempre una preoccupazione per il runner che scorgendolo già ad una cinquantina di metri di distanza comincia a studiarne le reali dimensioni e le mosse. Il randagio a volte non è altro che il cane invisibile della posizione precedente, se è così lo si riconosce dalla presenza, discreta ma evidente, del collare. In altri frangenti si tratta di un vero randagio che quindi potrebbe anche essere stato costretto al digiuno da giorni e quindi intravedere nel runner una possibile cena. Il runner rischia l’integrità di almeno un arto inferiore. Pericolosità: imprevedibile.

Al 1° posto: Il padrone con il guinzaglio ma con il cane sciolto – Solitamente si tratta di una categoria di padroni e di cani egualmente estremamente pericolosi. Il padrone in questo caso maneggia un guinzaglio che fa roteare per aria tipo la borsetta di una passeggiatrice a Pigallè. Intanto il cane trotterella parallelamente ai passi del suo padrone, apparentemente con tranquilla compostezza. Il padrone evita di legarlo poiché è convinto della bontà del suo cane e della sua assoluta ubbidienza e mansuetudine, come se ne possedesse il telecomando. Nella maggior parte dei casi si tratta di fiducia mal riposta poiché il cane, gratificato di cotanta anarchia, al 50% aggredirà il runner, mentre il padrone proverà a fermarlo solo con comandi vocali di nessuna autorevolezza. Il runner, in questa circostanza, rischia di pregiudicare il funzionamento di un paio di suoi arti. Pericolosità: Elevata.

La maggior parte dei runner, anche amatoriali, escono incolumi però da questo tipo di incroci, proprio in virtù dell’allenamento in loro possesso che gli consente di sottrarsi sia ai cani che ai loro padroni, accelerando notevolmente e stabilendo record dei quali si bulleranno con i loro colleghi con grande orgoglio.

P.S.: Le insidie di cui sopra, calmierate, valgono anche per il comune pedone. 

P.S.2:conoscendo il grado di autoironia dei padroni/amanti dei cani pari a quello dei fondamentalisti religiosi, preciso che si tratta di un brano umoristico.

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