Buche grandi quanto l’indifferenza

bambini calcettoTutte le volte che passo accanto al campo di calcetto, posto proprio sul lungomare di Minori, una fitta mi prende lo stomaco. Vorrei girarmi dall’altro lato, fare finta di non vedere i bambini che corrono dietro al pallone, saltellando qua e là, sèguiti dagli sguardi apprensivi dei genitori fuori dal recinto, ma soprattutto vorrei non vedere in che stato è ridotto il tappeto del campo (per non parlare, appunto, anche della recinzione  e, immagino, degli spogliatoi).

Invece quel tappeto dovrebbero osservarlo tutti e con attenzione, per comprendere quale e quanta diversità di trattamento e di attenzione venga riposta tra le aree pubbliche del paese; tra quelle dalle quali si pu ò ricavare guadagno e vantaggi più o meno direttamente e quelle destinate, per loro stessa natura, a scopi sociali. Sul campo, dove ogni giorno decine di bambini giocano, ci sono rattoppi e buche così profonde che persino camminarci rappresenta un pericolo, figuriamoci provare a farci dello sport.

Lo sport, appunto, chi non lo ha mai praticato non può comprenderne il valore sociale ed educativo e non può che limitarsi a valutare l’attrezzatura sportiva come un conto corrente da tenere in attivo, nello stesso modo attraverso il quale sono gestite altre aree pubbliche date in concessione ai privati ed espropriate ai cittadini.

D’altronde è la stessa logica che regola la gestione degli ospedali, scuole, strade, spiagge eccetera.

Un sacrosanto valore della sinistra, ossia la garanzia del godimento della cosa pubblica da parte dei cittadini, è stato accantonato; oggi la limitazione dell’uso privatistico e la tutela delle classi sociali più deboli sembrano concetti fuori moda. Spariti, insieme alle ideologie, alla “sinistra” appunto e alla capacità dei cittadini di indignarsi. Ipnotizzati da un panegirico di promesse e sorrisi, ci siamo tutti dimenticati di possedere anche dei diritti e non solo dei doveri nei confronti dello stato. E a nulla vale l’attenuante secondo la quale la concessione di privilegi ai singoli, può creare lavoro anche per altri. Il lavoro è merito: non si crea sottraendo diritti ai cittadini.

Per informazioni, chiedere agli abitanti di Taranto, Porto Marghera, Piombino.

Lo stato, indecente, del campo di calcetto sul lungomare California di Minori è là a testimoniare un fallimento politico e sociale. Dell’incapacità gestionale e dell’assoluta indifferenza che si ripone nella pratica dello sport dei giovani. Non si crescono generazioni migliori con le buone intenzioni o organizzando convegni contro la tossicodipendenza dove illustri scienziati parlano in un’aula semideserta. Gli esempi valgono molto di più.

Pur essendo affettivamente legato al campo di calcetto (che custodisce decine di ricordi della mia adolescenza), non posso non essere assolutamente convinto che questo vada eliminato dal lungomare, spostandolo in un’altra area adeguatamente attrezzata. Il nuovo piano regolatore, nella relazione generale, prevede la redazione di un piano attuativo per la riqualificazione del fronte mare che delocalizzi il campo di calcetto nell’area del palazzetto dello sport, che dovrebbe sorgere in parte interrato, al posto dell’attuale tendostruttura. Previsioni a carattere illusorio (mi verrebbe da dire: illusionistico), così come quelle riguardanti la realizzazione della galleria tra Minori e Maiori, una serie di parcheggi interrati, la camminata “a mare” sugli scogli, il collegamento verticale Minori-Ravello ed altre grandi opere, delle quali non si sa se augurarsi il rapido compimento o il felice accantonamento.

Nel frattempo bisognerebbe non dimenticare il monito del compianto Pannella: “La destra è buona a tutto ma capace di niente. La sinistra è buona a niente, ma capace di tutto”.

Ma anche che non esiste nessuna possibilità di benessere diffuso nell’indifferenza generale.

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